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giovedì, Marzo 28, 2024
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Addio al Reddito di cittadinanza: cosa c’è nel decreto lavoro all’esame del Governo

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Assegno di inclusione dal primo gennaio 2024, come misura di contrasto alla povertà, che prenderà il posto del Reddito di cittadinanza. E lo Strumento di attivazione in campo dal primo settembre 2023, come misura di avviamento al lavoro in cui la formazione diventa vincolante. Sono i due nuovi meccanismi, distinti tra chi non può lavorare e chi invece può, previsti nell’ultima bozza del decreto lavoro che andrà in Consiglio dei ministri il primo maggio. Riunione che sarà preceduta dal confronto domenica sera a Palazzo Chigi tra la premier Giorgia Meloni ed i sindacati, che tornano alla carica.

Secondo la bozza, si chiamerà Assegno di inclusione il nuovo strumento di contrasto alla povertà che sostituirà il Reddito di cittadinanza. Potrà essere chiesto solo dalle famiglie in cui ci sono disabili, minori o over 60 e potrà arrivare a 500 euro al mese moltiplicati per la scala di equivalenza fino a un massimo di 2,2 (2,3 nel caso di disabili gravi). L’Isee non deve superare i 9.360 euro. L’assegno verrà erogato per diciotto mesi e potrà essere rinnovato, previa sospensione di un mese, per periodi ulteriori di dodici mesi. Per avere il beneficio si dovrà iscriversi al sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa (Siisl). Previsti inoltre incentivi: ai datori di lavoro privati che assumono i beneficiari dell’Assegno di inclusione con contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, sarà riconosciuto, per dodici mesi, l’esonero del 100% dei contributi previdenziali, nel limite di 8mila euro.

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