La notte del 5 maggio 2024, Gaetano Cavallaro e Catello Manuel Spagnuolo hanno condotto un agguato in Strada Santa Caterina a Castellammare di Stabia. I due indagati-affiliati al clan D’Alessandro hanno raggiunto ed esploso alcuni colpi di pistola contro l’auto sulla quale viaggiava Raffaele Lucarelli e la sua compagna incinta. Secondo le indagini della Procura di Napoli, retta da Nicola Gratteri, quell’episodio è stato una risposta al pestaggio ad un affronto subito.
Giorni dopo Lucarelli avrebbe incontrato il ras Paolo Carolei: “Manco ai cani prendevi la ragazza quella era incinta“. Alla promessa della vendetta ci sarebbe stata la risposta di Trenta Denari: “Eeehh e che volete fare la guerra?“.
Dopo la sparatoria i boss Giovanni e Pasquale D’Alessandro hanno ordinato di ‘consegnare’ i due ragazzi al gruppo di Giacomo Di Somma e di Lucarelli. L’obiettivo era evitare lo scoppio della faida, infatti, tre giorni dopo il raid armato, Cavallaro e Spagnuolo vennero pestati nel rione Santa Caterina.
La guida del clan D’Alessandro
Figura anche il 54enne Pasquale D’Alessandro che dal 2023 dopo essere tornato in libertà, con i fratelli in carcere, aveva assunto la guida del clan, tra le 11 persone arrestate ieri dalla Polizia di Stato nell’ambito di un’operazione della Dda che ha visto il coinvolgimento della Sisco, della Squadra Mobile di Napoli e del commissariato di Castellammare di Stabia.
Tra le persone a cui sono state notificate le undici misure cautelari (10 in carcere e una ai domiciliari) anche Carolei. I reati contestati a vario titolo sono associazione a delinquere di tipo mafioso, estorsione, tentata estorsione e detenzione di droga a fini di spaccio, reati aggravati in quanto commessi per agevolare il clan D’Alessandro.
Estorsioni contro gli imprenditori
Documentati dalla Polizia di Stato e dalla Dda (pm Giuseppe Cimmarotta) diversi episodi estorsivi compiuti ai danni di imprenditori edili. I soldi finivano in una cassa comune e venivano utilizzato anche per pagare i detenuti e alle famiglie degli affiliati in carcere. Emergeva anche la riconducibilità al clan di alcune ditte di pulizie titolari di appalti nell’ospedale San Leonardo e alla società calcistica Juve Stabia.
I destinatari delle misure cautelari in carcere sono Michele Abbruzzese, Paolo Carolei, Giovanni, Pasquale e Vincenzo D’Alessandro, Biagio Maiello, Massimo Mirano, Giuseppe Oscurato, Antonio Salvato e Petronilla Schettino. Domiciliari invece per Catello Iaccarino.
Dalle indagini emerge che i vertici del clan – Pasquale e Vincenzo D’Alessandro, e Paolo Carolei – dopo essersi liberati dei cellulari tenevano i loro summit in bar, ristoranti e negozi di Castellammare dove si prendevano decisioni riguardo agli ordini da impartire agli affiliati. Complessivamente sono 17 le persone indagate.


