L’altarino di Emanuele Tufano è stato costruito alla Sanità proprio a pochi metri dalla statua di Genny Cesarano. Due giovani uccisi dalla furia criminale: il primo in uno scontro tra le paranze; mentre il secondo è una vittima innocente della camorra.
Oggi è stata rimossa l’edicola votiva costruita per omaggiare Tufano. Sono entrati in azione i carabinieri su ordine della Procura di Napoli, diretta da Nicola Gratteri. Il minorenne venne ucciso il 24 ottobre 2024 a Napoli, nel corso di un conflitto a fuoco tra gruppi nemici di giovani appartenenti ai quartieri della Sanità e del Mercato.
Le foto del blitz
Le condanne per l’omicidio Cesarano
Alle 4:50 del 6 settembre 2015 il 17enne Genny morì davanti alla chiesa di San Vincenzo raggiunto al petto da due colpi di pistola. Proprio in piazza è stata installata una statua dedicata al giovane Cesarano.
Nel luglio 2019, La IV Corte di Assise di Appello di Napoli ha confermato 3 delle 4 condanne all’ergastolo emesse in primo grado nei confronti di Luigi Cutarelli, Ciro Perfetto e Antonio Buono, imputati per l’omicidio di Cesarano, vittima di una ‘stesa’ condotta per affermare il controllo criminale della rione Sanità.
Ridotta la pena, dall’ergastolo a 16 anni, per Mariano Torre, in virtù dello sconto di pena previsto per i collaboratori di giustizia. Confermati anche i 16 anni di reclusione inflitti in primo grado al boss Carlo Lo Russo, mandante del raid, anche lui collaboratore di giustizia. Il verdetto in primo grado emesso dal gup Alberto Vecchione, il 6 dicembre 2017 al termine del processo con rito abbreviato.
“È una sentenza che deve rappresentare un esempio per la città – ha commentato Antonio Cesarano, papà di Genny – non dobbiamo dimenticare che dopo mio figlio ci sono state altre vittime innocenti l’ultima delle quali è stata una bimba. Si sentivano impuniti e impunibili“.
I papà di Genny Cesarano e Annalisa Durante: “Napoli purtroppo non sta cambiando”





