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mercoledì, Giugno 26, 2024
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Camorra stabiese, il tentato omicidio di Sparam in piett per togliersi solo per un capricco

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Nelle pagine dell’ordinanza che la scorsa settimana ha portato alla rilevazione dei dettagli, con annessi mandanti ed esecutori materiali, dell’omicidio del consigliere comunale di Castellammare di Stabia Luigi Tommasino, emergono particolari relativi ad altri fatti di sangue come il tentato Assassinio di Antonio Russo, detto Antonio Sparam in piett.

I collaboratori di giustizia Salvatore Belviso e Renato Cavaliere nello spiegare i momenti immediatamente precedenti all’omicidio del politico, avvenuto nel 2009, hanno raccontato anche quanto accaduto a Russo, miracolosamente scampato ad un agguato al centro del quale vi si era trovato quasi per caso.

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Salvatore Belviso ha raccontato che Luigi Tommasino era già scampato in un primo momento all’esecuzione voluta dai vertici del clan D’Alessandro: “Verso le ore 20:30 Tommasino Luigi è salito sulla Lancia Musa e se ne è andato. L’omicidio non poteva certo essere commesso in quel momento a causa del traffico intenso. Abbiamo comunque seguito per un tratto Tommasino: io a bordo del mio SH Sport 125 e Romano Catello e Polito Raffaele bordo delI’SH rubato”. Ed è proprio mentre il gruppo di fuoco desiste dal momentanemente dal commettere l’omicidio del consigliere comunale del Pd, che Raffaele Polito intravede Antonio Russo.

“Dietro la mbricciatella, prima della rotatoria, Polito Raffaele, che era alla guida delI’SH rubato, mi ha chiesto se poteva togliersi una pietra dalla scarpa sparando ad una persona che aveva visto dietro mbricciatella. Polito Raffaele mi ha detto che quella persona diversi anni prima lo aveva preso a paccheri. lo, senza dare eccessivo peso alla questione, ho risposto di sì raccomandandogli di scendere dalla motocicletta e di uccidere quella persona. Lello Romano ha allora preso il revolver che teneva Polito Raffaele e ha detto che se la sarebbe vista lui – si legge nei verbali firmati da Belviso – lo sono andato avanti e, dopo avere sentito i botti (se non ricordo male, tre), ho rallentato per aspettare Romano e Polito. Quando i due mi hanno raggiunto ho chiesto loro se era tutto a posto. I due mi hanno risposto che avevano visto la persona accasciarsi al suolo.Romano si è lamentato perché, mentre stava scendendo perfarefuoco, Polito Raffaele aveva accelerato la marcia impedendogli di scendere dal mezzo lo ho fatto presente che, non uccidendo quella persona, avevamo combinato un casino”.

Sulla questione vi è anche ritornato Renato Cavaliere

“Il mio cumpariello, cioè Romano Catello, aveva fatto un casino, sparando, senza riuscire ad ucciderlo, ad Antonio Sparam in piett, cognato del collaboratore di Giustizia Ciruzzo Avella, che potenzialmente era una persona da ammazzare, trattandosi di un parente di collaboratore di Giustizio che faceva i reati a Castellammare di Stabia. Antonio Sparami in petto infatti faceva gli imbrogli alle assicurazioni. Nonostante le dichiarazioni di Ciruzzo Avella non avessero colpito molto la famiglia D’Alessandro, Antonio Sparami in Petto non era molto ben visto ed era una persona alla quale potevamo sparare, anche senza una indicazione specifica di Enzo D’Alessandro, che si era limitato a dire che dovevamo ammazzare i collaboratori di Giustizia e quelli che li appoggiavano anche commettendo reati a Castellammare di Stabia”.

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