Tutto da rifare per Vincenzo Aprea indicato come il numero due nonchè braccio destro di Raffaele Imperiale, numero uno del narcotraffico in Europa. Il riferimento è alla sentenza di condanna annullata con rinvio su decisione della Corte di Cassazione (IV sezione) che preso la clamorosa decisione nei confronti dell’uomo balzato agli onori delle cronache quando, fu arrestato a Parigi: in quell’occasione fu fermato dalle forze dell’ordine con oltre una tonnellata di cocaina. Ad avere la meglio è stata invece la linea difensiva scelta dal legale di Aprea, l’abile avvocato Luigi Senese, che è riuscito a convincere gli Ermellini che hanno così deciso di ‘passare la palla’ ad un nuovo giudizio di appello. Per Aprea si tratta indubbiamente di un ottimo risultato che segue la pena al ribasso (a fronte di una richiesta iniziale di 12 anni) di otto anni ottenuta in secondo grado nel maggio dello scorso anno. Aprea rispondeva di associazione internazionale dedita al traffico di droga.
Secondo le informative delle forze dell’ordine, grazie alla struttura messa in piedi negli anni da Imperiale e dai suoi sodali il clan Amato-Pagano è divenuto negli anni, il principale canale di smistamento della sostanza stupefacente nel napoletano. La piena e totale disponibilità di appoggio, sia sul piano commerciale e finanziario che per il procacciamento di armi e rifugi, garantita dal gruppo Imperiale e Cerrone al gruppo Amato Pagano durante i turbolenti anni delle faide di Secondigliano ed anche in seguito, ha consentito non solo al clan di Melito la vittoria nella guerra di camorra, ma un’ulteriore decisiva spinta alla vertiginosa espansione dei traffici di cocaina assicurati da Imperiale e Cerrone, i quali avevano così costituito una vera e propria società con i vertici del clan Amato-Pagano, in grado di ottenere ricavi per decine di milioni di euro ogni anno.
