Nonostante le pesanti accuse a suo carico è finito agli arresti domiciliari. Tutto merito della linea seguita dai suoi legali, gli avvocati Leopoldo Perone e Luigi Senese, che hanno così convinto il gip a concedere i domiciliari a Giuseppe Petrone. L’uomo fu arrestato nel giugno scorso quando gli uomini della squadra mobile arrivarono in un garage di proprietà dell’uomo in via Epomeo.
Gli agenti scoprirono due nascondigli, ricavati all’interno di un’autovettura in stato di semiabbandono e all’interno di uno degli uffici dello stesso garage, dove furono rinvenuti 23 panetti di hashish ed altra sostanza dello stesso tipo per un peso complessivo di circa 2,5 kg, 2 confezioni di cocaina per un peso complessivo di circa un kg, un fucile mitragliatore modello Uzi cal. 9 x 19, verosimilmente di provenienza israeliana, con matricola abrasa e completo di caricatore, un revolver marca Astra cal. 357 magnum con matricola abrasa, cinque pistole semiautomatiche clandestine, di varie marche e calibro, tutte cariche e pronte all’uso, 83 cartucce di vario calibro e 20mila euro.
I Petrone balzarono agli onori delle cronache nel novembre dello scorso anno quando il fratello di Giuseppe, Raffaele, fu accusato del ferimento di Luca Mangiapia, gambizzato qualche giorno prima a Pianura. Ferito per una vendetta, uno ‘sgarro’ come si dice negli ambienti criminali: Mangiapia era infatti accusato di aver compiuto un furto in danno proprio di Giuseppe Petrone. Una sorta di mini guerra familiare visto che la vittima e Petrone sono anche cugini.