Il clan De Micco-De Martino aveva in pugno le case popolari nel quartiere Ponticelli. Il procuratore e coordinatore aggiunto della Dda di Napoli, Rosa Volpe, è entrato nel merito dell’inchiesta nel corso di una conferenza stampa alla quale ha partecipato anche il capo della Procura di Napoli, Nicola Gratteri.
“Avevano il controllo dell’assegnazione delle case popolari nel rione Fiat. Il clan aveva un duplice interesse nella gestione: da un lato il profitto perché le case assegnate vengono cedute a soggetti legati al clan e, dietro, dal pagamento di somme di denaro la camorra ricava un profitto; dall’altro lato il clan si cautela perché inseriva nel proprio territorio al loro sottoposti o parenti dei collaboratori di giustizia. Abbiamo anche accertato il controllo di pulizia di molti fabbricati delle case popolari e anche su questi“, dichiara Volpe.
Business sulle case popolari, c’è anche la doppia tariffa per amici e nemici
Sono stati registrati pagamenti di 5mila euro per concedere l’alloggio a persone non gradite al clan e la metà per coloro che invece erano vicini al clan. “Siamo riusciti a dimostrare il livello di penetrazione del clan – ha aggiunto Gratteri – in un’ampia fetta della città, dove adesso i cittadini sono più liberi“. “La gestione delle case popolari è un problema vecchio e annoso che riguarda tutte le citta, Napoli, Palermo, Catania ma anche Milano“, ha detto ancora il procuratore di Napoli; fenomeno che rappresenta “una ostentazione del potere criminale“.
Dunque le famiglie De Micco e De Martino avevano il monopolio sul racket degli alloggi popolari, grazie alla capacità di dare le abitazioni a persone compiacenti e dietro il pagamento di soldi. La pervasività del clan, in questo settore, si esprimeva anche nella gestione delle attività di pulizia dei comprensori popolari di Ponticelli, affidati a soggetti affiliati ai quali gli inquilini erano costretti a rivolgersi. Numerose infatti le minacce documentate nei confronti degli abitanti degli stabili, obbligati dal clan a versare quote di denaro a rappresentanti delle ditte referenti del clan.
Il blitz contro il clan De Micco-De Martino
L’indagine, condotta tra il 2021 e il 2022, ha documentato l’esistenza e l’operatività di un sodalizio di tipo camorristico guidato dalle famiglie De Micco (Bodo) e De Martino (XX), espressione del più cartello Mazzarella. Stamattina la Polizia di Stato, con personale della Squadra Mobile e del Commissariato di P.S. Ponticelli, ha dato esecuzione a una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 60 persone. Gli indagati sono gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione di stampo mafioso, associazione a delinquere finalizzata al furto, concorso esterno in associazione mafiosa, tentato omicidio, possesso ingiustificato di armi e ordigni esplosivi, estorsione, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, furto e ricettazione.