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venerdì, Marzo 29, 2024
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Bruciarono e uccisero «per gioco» un clochard: sentenza sospesa

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Sentenza sospesa e messa alla prova per il 17enne unico imputato per l’omicidio di Ahmed Fdil, il senzatetto marocchino di 64 anni morto carbonizzato la sera del 13 dicembre 2017 a Santa Maria di Zevio (Verona) all’interno dell’auto che l’uomo aveva trasformato nella sua abitazione.

Oggi al tribunale dei Minori di Mestre il giudice Maria Teresa Rossi ha emesso l’ordinanza che dispone l’affidamento in prova per il giovane, sospendendo il processo per tre anni. Il giovane era accusato di avere dato fuoco all’auto in cui Ahmed Ddil stava dormendo, assieme ad un amico 13enne, uscito subito dal procedimento perché non imputabile essendo minore di 14 anni. Subito dopo il delitto i ragazzi dissero agli investigatori durante uno degli interrogatori che avevano agito “per gioco”.

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«Non me l’aspettavo» ha detto all’Ansa l’avvocato Alessandra Bocchi, che tutela i familiari della vittima che non si sono potuti costituire parte civile perché la legge non lo ammette nei processi con imputati minorenni e quindi non hanno potuto ottenere nessun risarcimento.

«Prendiamo atto dell’ordinanza – ha aggiunto il legale -, l’accettiamo e la rispettiamo tuttavia, considerato il tipo di reato, ovvero l’omicidio volontario aggravato dalla minorata difesa, secondo noi si sarebbe potuti arrivare a sentenza». «Come era già successo in altri casi – ha concluso – ad esempio la condanna a 18 anni emessa dal Tribunale di Bologna contro due minorenni per un duplice omicidio in provincia di Ferrara».

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