Tra San Giovanni a Teduccio e San Giorgio a Cremano viene ormai comunemente chiamata ‘paranza della morte’: è il gruppo di fuoco dei Mazzarella, o meglio di quel che resta della costola del clan che faceva capo a Franco Mazzarella prima che gli uomini della squadra mobile di Napoli decapitassero di fatto il gruppo che in questi mesi ha cercato in tutti i modi di riappropriarsi della periferia orientale della città giurando guerra totale ai Rinaldi, ossia il gruppo che dal rione Villa si è spinto in questi anni fino ai margini di piazza Merato siglando un’alleanza di comodo con il gruppo Caldarelli delle Case Nuove. Sono loro gli obiettivi dell’ultimo irriducibile dei Mazzarella capitanati da quel Salvatore Fido a cui gli investigatori stanno dando la caccia. Fido godrebbe al momento dell’apporto di un piccolo gruppo di pistoleri provenienti appunto dalla provincia, giovani pronti a tutto.
Nel mirino esponenti e parenti dei Rinaldi e dei Caldarelli come dimostrano gli spari la scorsa notte contro una pizzeria di San Giuseppe Vesuviano (gestita dai nipoti di Sergio Grassia storico colonnello del boss Ciro Rinaldi) e in via Padre Ludovico da Casoria al civico 34 (dove ha la sua residenza Antonio Caldarelli). Una strategia delle tensione vera e propria fatta di stese ( se ne contano più di 15 tra gennaio e oggi) e minacce. Un’escalation iniziata il 14 gennaio con gli spari contro l’abitazione di Maurizio Donadeo, altro pezzo da novanta dei mazzarelliani: un episodio che ha scatenato un’impennata delle azioni di fuoco.
