Dal 1° gennaio 2026 entreranno in vigore alcune modifiche alla Legge 104 che prevedono novità per i lavoratori pubblici e privati. In particolare, ci saranno cambiamenti per chi convive con malattie oncologiche, croniche o invalidanti, o per chi assiste familiari in queste condizioni.
Aumento dei permessi retribuiti
Tra le prime novità troviamo l’aumento dei permessi retribuiti, che però spettano solo ai lavoratori già titolari dei benefici della Legge 104/1992. Dal 2026 i lavoratori interessati avranno a disposizione 10 ore aggiuntive annue di permesso retribuito, con copertura contributiva figurativa, utilizzabili per varie motivazioni. Tra queste visite mediche e specialistiche, esami strumentali, analisi cliniche, terapie e cure ricorrenti. Queste ore si sommano ai tre giorni di permesso mensile già previsti dalla Legge 104.
Diverse le categorie di lavoratori che potranno usufruire di questi permessi. Fra questi i lavoratori dipendenti (pubblici o privati) affetti da malattie oncologiche in fase attiva o in follow-up precoce. A seguire anche i lavoratori con patologie croniche o invalidanti, anche rare, con invalidità pari o superiore al 74%. Si aggiungono a questi anche i dipendenti con figli minorenni nelle stesse condizioni. Nel settore privato, l’indennità viene anticipata dal datore di lavoro e recuperata tramite conguaglio con i contributi Inps.
Diritto al congedo straordinario fino a 24 mesi
La riforma conferma il diritto al congedo straordinario per assistere un familiare con disabilità grave, fino a 24 mesi complessivi nell’arco della vita lavorativa. Non è prevista retribuzione né contribuzione figurativa automatica: il periodo non vale ai fini dell’anzianità e della pensione, ma può essere riscattato versando i contributi. Non è consentito svolgere altre attività lavorative durante il congedo.
Diritti di priorità nello smart working
Al rientro, il lavoratore ha diritto di priorità nello smart working, se compatibile con la mansione e l’organizzazione aziendale. I lavoratori autonomi con le patologie previste possono sospendere la propria attività fino a 300 giorni annui, garantendo maggiore tutela per la salute. Per farne richiesta sarà sufficiente un certificato medico redatto dal medico di base o da uno specialista di una struttura pubblica o privata accreditata. La trasmissione avverrà telematicamente tramite il sistema della tessera sanitaria, attivando direttamente la procedura con l’Inps. Possono usufruirne: lavoratori con disabilità certificata, genitori (anche adottivi) di figli con disabilità grave, coniuge, partner unito civilmente o convivente di fatto, parenti o affini fino al terzo grado.

