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martedì, Aprile 23, 2024
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Paziente disabile legata al Cardarelli, i medici adesso rischiano il licenziamento

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Rischiano un provvedimento disciplinare che contempla anche il licenziamento i sanitari del Cardarelli di Napoli che la sera dello scorso 10 novembre non attivarono un percorso “ad hoc” per Eliana, una donna di 42 anni, all’epoca dei fatti positiva al Sars-Cov-2, affetta dalla sindrome di Down e non autosufficiente, che in ospedale c’era andata con mamma e sorella a causa di gravi problemi di deglutizione. Non solo.

La sua vicenda finirà proseguirà con una denuncia alla Procura di Napoli annunciata dalla mamma, che è la tutrice di Eliana, la quale spieha che la madre era legata al letto. La Commissione Disciplinare dell’azienda ospedaliera, in una comunicazione fatta pervenire ai familiari di Eliana, ritiene possibili, al termine di una indagine interna, “gravi comportamenti suscettibili di rilevanza penale a carico del personale” che “impongono un coinvolgimento degli organi giudiziari preposti”.

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“Legata e niente tac in ospedale” [L’articolo del 19 novembre 2020]

“Com’è possibile che dopo un anno dalla pandemia, ci sia ancora del personale sanitario non in grado di gestire pazienti con simili patologie?“. È lo sfogo di Rosanna. E’ la mamma di Eliana, una donna di 42 anni affetta dalla sindrome di Down, che dallo scorso 16 ottobre è positiva al Sars-Cov-2.

Secondo quanto racconta insieme con Gaia, l’altra sua figlia, Eliana, da Caserta è stata portata al Cardarelli di Napoli. Il trasporto è scattato la sera di martedì scorso a causa di problemi di deglutizione. Lì doveva doveva essere sottoposta a una tac che però non è stato possibile fare. Poi la domenica le dimissioni dal Cardarelli e a bordo di una ambulanza insieme con la madre, per Eliana scatta il trasferimento in una clinica di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) dove la mamma si accorge che sulle braccia di sua figlia ci sono abrasioni, lividi enormi e segni che, sostengono i parenti, sono inequivocabilmente assimilabili a corde o lacci usati probabilmente per immobilizzarla al letto.

Risponde il primario del Cardarelli

Sulla vicenda il Cardarelli ha avviato un’indagine interna disposta dal direttore sanitario Giuseppe Russo“Tutti i medici e gli infermieri che ho ascoltato stamattina – fa sapere Arcangelo Iannuzzi, primario del reparto – mi assicurano che nessuno l’ha legata. Quei segni potrebbero essere legati a lacci per i prelievi”. .

Per quello che riguarda l’attenzione verso la paziente, “è stata addirittura superiore a quella riservata ad altri pazienti. Nonostante questi ultimi fossero tutti più gravi a causa dell’insufficienza respiratoria”. Effettivamente, ammette il primario del Cardarelli, “c’è stata una discrasia nell’effettuazione della tac, non eseguita perché malgrado le richieste del reparto non è stato possibile l’intervento di un anestesista. Per questo ci scusiamo con la famiglia”. (ANSA).

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