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giovedì, Marzo 28, 2024
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Caro carburante, la protesta si estende: scioperano anche i benzinai. A rischio le scorte di supermercati

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Benzina e gasolio a un passo dai 2,3 euro al litro nel servito. Lo segnala Quotidiano Energia. Per la benzina il prezzo medio è a 2,275 euro/litro (ieri 2,216) con gli impianti colorati che mostrano prezzi medi praticati tra 2,222 e 2,378 euro/litro (no logo 2,181).

La media del gasolio sale a 2,270 euro/litro (ieri 2,172) con i punti vendita delle compagnie con prezzi compresi tra 2,246 e 2,359 euro/litro (no logo 2,186). I prezzi del Gpl hanno leggeri assestamenti all’insù: da 0,871 a 0,894 euro/litro (no logo 0,870). Il prezzo medio del metano auto è ancora in forte crescita e si posiziona tra 1,955 e 2,366 (no logo 2,229).

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Il caro-carburante fa esplodere la protesta dei benzinai: da lunedì gli impianti self-service resteranno al buio durante le ore notturne. “Lo avevamo annunciato nei giorni scorsi – dice Enzo Nettis, presidente di Faib-Confesercenti, l’associazione dei gestori – e ora siamo costretti a farlo. Benzina e gasolio aumentano, ma il ricavo dei benzinai rimane fisso: circa 3 centesimi e mezzo al litro. In compenso, i litri erogati diminuiscono a causa dell’incremento dei prezzi e i costi di gestione aumentano. L’aumento medio delle bollette elettriche per i benzinai, secondo Nettis, “è del 135%; in un anno sarebbero 10.000 euro in più per ciascun un impianto. Così si mette a rischio la sopravvivenza stessa di molte imprese. Siamo coscienti che la nostra decisione potrà comportare qualche disagio per i consumatori, ma siano anche convinti di avere la loro solidarietà, perché noi e loro siamo ugualmente vittime di questa situazione”.

“Abbiamo scritto ai parlamentari perché sensibilizzino il governo sulla necessità di un intervento immediato che consenta a tutti – benzinai, consumatori, imprese – di almeno mitigare gli effetti di un fenomeno sempre più preoccupante. Ci indigna l’assoluta indifferenza del governo, che non può limitarsi a far cassa grazie all’incremento del gettito dovuto a Iva e accise varie – aggiunge la Faib-Confesercenti -. È proprio in tema di accise che lanciamo una proposta, magari non risolutiva ma certamente in gradi di alleggerire i contraccolpi della crisi: il governo intervenga immediatamente dando applicazione a quanto previsto dalla legge 244/07, in tema di ‘accisa mobile (o anticiclica)’ che consente , da una parte, di sterilizzare gli aumenti della tassazione sui carburanti e, dall’altra, di creare un minimo di stabilità per famiglie ed operatori economici. Come si vede – conclude Nettis -, gli strumenti ci sono: è necessario che vi sia anche la volontà politica”.

Distributori in penombra da lunedì

Per questo motivo la Federazione autonoma italiana benzinai (Faib) Confesercenti ha deciso di mobilitarsi con l’iniziativa “Impianti in penombra”: da lunedì 14 marzo le stazioni di servizio terranno le luci spente (tranne una di sicurezza) dalle 19 alle 07 per ridurre i costi energetici, in attesa di risposta da parte del Governo, delle compagnie petrolifere e dei retisti privati a cui abbiamo inviato precise richieste. «Vogliamo far capire ai consumatori – spiega Flavio Convento, presidente Faib regionale – che siamo dalla stessa parte. Siamo vicini ai cittadini, alle famiglie, l’aumento dei prezzi è un problema che pesa sulle spalle di tutti, anche le nostre».

«Questi giorni sono disastrosi – continua Convento – se continua così rischiamo di azzerare una categoria. Parliamo di circa 1600 impianti in Veneto che danno lavoro a quasi 3000 operatori del settore. Siamo strozzati dagli aumenti: dall’esposizione per l’acquisto dei prodotti, cresciuti enormemente, ai costi di gestione, soprattutto di energia elettrica (+ 55%) e di gas per chi ne fa uso (+ 23% oggi dopo che era già salito del 40%). Per la nostra categoria, a differenza delle altre, gli aumenti di prezzo coincidono con la riduzione dell’erogato ed il mancato incasso non va a pareggiare nemmeno le spese di gestione dell’impianto».

Nel 2021 c’è stata una crescita inarrestabile dei prezzi: da 1.350 euro per benzina e 1.250 gasolio, l’anno si è chiuso in alcuni casi a 1.850 e 1.750. La situazione non è migliorata nei primi due mesi di quest’anno, in cui i prezzi hanno subito un ulteriore incremento del 20%, «ma da quando è scoppiato il conflitto, – ha aggiunto Convento – in pochi giorni siamo al +30%». I prezzi al self hanno superato i 2.2 euro al litro per gasolio e benzina, al servito anche 2,7. Se un anno fa con 20 euro di benzina si acquistavano circa 15 litri, oggi non si arriva 8 litri. Ciò significa che un’auto media, con 20 euro di carburante, è in grado di percorrere non più di 100 chilometri.

Caro carburante, da lunedì 14 sciopero degli autotrasportatori: “Inevitabile stop ai servizi”. In Sardegna file nei market e nei distributori

Il caro carburante, i cui prezzi sono stati spinti ancora più in alto dalla guerra in Ucraina toccando i 2,60 euro al litro per il diesel, fa partire il blocco dei trasporti. A partire da lunedì 14 marzo, le aziende di autotrasporto sospenderanno a livello nazionale i loro servizi “per causa di forza maggiore”, ha spiegato Trasportounito precisando come non si tratti di uno sciopero né di una rivendicazione specifica, bensì di un’iniziativa finalizzata a coordinare le manifestazioni sullo stato di estrema necessità del settore.

“La sospensione dei servizi si è resa inevitabile – sottolinea una lettera inviata da Trasportounito alla presidenza del Consiglio, al ministro e al vice-ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili e al presidente della Commissione di Garanzia in Scioperi – anche per tutelare le imprese e impedire che le esasperate condizioni di mercato, determinate dal rincaro record dei carburanti, si traducano in vantaggi per altri soggetti del settore trasporti, ovvero in addebiti per obblighi contrattuali che le imprese della filiera logistica non sono più in grado di garantire”.

Una prima ripercussione si è già avuta in Sardegna, dove è bastata la circolazione di un vocale su Whatsapp che annunciava il blocco dei trasporti per “molte settimane” a far creare lunghe file da Cagliari a Oristano passando per Olbia e Nuoro. L’allarme è scattato sia per la distribuzione di prodotti alimentari che di carburante, con molte persone intente a fare il pieno e scongiurare di rimanere a piedi. Gli scaffali dei supermercati, in particolare quelli di pasta, acqua, scatolame e cibi a lunga conservazione, sono stati assaltati e svuotati, nonostante i gestori assicurino che al momento non c’è ragione di allarmarsi.

Alla sospensione dei servizi prevista per il 14 marzo, Unatras ha annunciato manifestazioni degli autotrasportatori in tutta Italia sabato 19. “La situazione è diventata drammatica – avverte in una nota l’Unione delle associazioni dell’autotrasporto in Italia – Continuando a tergiversare, il governo si assume il rischio che nascano nuovamente iniziative spontanee di protesta, nonché la responsabilità di lasciare committenze senza rifornimenti”. Il “costante e ormai insostenibile” aumento del costo del carburante ha “determinato una situazione ingestibile per le imprese dell’autotrasporto italiano, che non riescono a farsi riconoscere dalla committenza i maggiori costi dovuti agli stessi aumenti”, spiega l’Unione delle associazioni nazionali più rappresentative dell’autotrasporto. Le manifestazioni in programma il 19 marzo “rappresentano il primo passo di una vertenza che, se malauguratamente restasse senza risposte, potrebbe sfociare in ulteriori e più incisive iniziative”, conclude Unatras.

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