Quando nel settembre 2021 venne scarcerato dopo 10 anni il ras del clan Mallardo Biagio Micillo fu subito contattato da diversi affiliati, in particolare dal nipote Domenico Chiariello, il quale si mise subito al suo fianco. Ad una settimana dalla sua scarcerazione Micillo si recò a casa della mamma di Michele Di Nardo per parlare a telefono in videochiamata col reggente di via Cumana. Durante il lungo colloquio, si comprende chiaramente – nonostante il linguaggio utilizzato – che Micillo, una volta uscito dal carcere, si era posto alla guida del gruppo di via Cumana, spiegando a Di Nardo di aver rimproverato tutti quei soggetti del clan che, durante la sua detenzione, si erano comportati male, augurandosi la prossima scarcerazione del Nardo. “…pure la voce mi hanno fatto perdere me la devi far recuperare tu fai presto, ci manchi proprio tu in mezzo a noi perchè io ti voglio molto bene e lo sai! Si pensano che noi ci siamo un pò addormentati ma non hanno capito che siamo più agguerriti di prima, qua devo fare tutto io!”. Di Nardo conferma che la detenzione non li ha cambiati: “…zio non hanno capito che la nostra mente è più allenata di prima!”.
In un altro colloquio Micillo rappresenta la necessità che Di Nardo esca al più presto possibile in quanto da solo non riesce a gestire l’intera organizzazione in quanto “i suoi uomini sono molto lenti… vediamo di farti venire dai… ormai stiamo un po distrutti mi sento con la testa fuori fase mi serve un aiuto…ti vuoi muovere?”. A quel punto, quando Micillo va via, gli affiliati fedeli a Di Nardo si lamentano del fatto che Micillo ha una mentalità vecchia e che non lo riconoscono come capo, pertanto aspettano che esca lui dal carcere per “tornare a correre”.
