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“Clima in Campania sempre più tropicale”, parla l’esperto meteorologo

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Il meteorologo di meteo.it Lorenzo Tredici, ha presentato il rapporto sul clima al corriere.

“Negli ultimi cinquant’anni la Campania ha subito un cambiamento climatico significativo per due motivi principali. Il primo è noto: l’effetto serra, con l’aumento della CO2, la cementificazione. Ma c’è un fattore che ha amplificato tutto questo: il riscaldamento del Mediterraneo. Le marine heat waves, le ondate di calore marino, sono sempre più frequenti. In sostanza, abbiamo un Mediterraneo sempre più tropicale, e questo incide in modo particolare sulle regioni tirreniche, Campania compresa, dove, anche a causa del mare più caldo, aumentano le notti tropicali, in cui la temperatura non scende mai sotto i 20 gradi”, ha spiegato.

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Il meteo e i cambiamenti negli ultimi 50 anni

Lorenzo Tredici ha spiegato che negli ultimi 50 anni, tra il 1° gennaio 1975 e il 31 dicembre 2024, il numero delle notti tropicali, (quelle in cui la temperatura minima non scende sotto i 20 gradi) è aumentato in modo marcato in Campania: +28 a Napoli, +41 a Salerno e +47 a Caserta. L’incremento registrato a Caserta colpisce particolarmente, considerando che mezzo secolo fa si contavano appena due o tre notti tropicali l’anno, a differenza delle città costiere come Napoli e Salerno, dove già si avvertivano ondate di caldo più intenso. Anche il mare testimonia questo cambiamento climatico: il Tirreno meridionale oggi raggiunge punte di 26-27 gradi, temperature che un tempo si verificavano solo nei picchi dell’estate e che oggi somigliano a quelle tipiche dei Caraibi. Sebbene non ci siano squali tropicali nel nostro mare, queste condizioni sarebbero perfette per loro. Basti pensare che gli uragani, fenomeni per ora estranei al nostro territorio, si formano proprio quando le acque superano stabilmente i 26°C. Insomma, il nostro mare sta diventando qualcosa di molto diverso rispetto a quello di cinquant’anni fa.

Lorenzo dei Tredici ha spiegato anche dei modi per cambiare: “Molti architetti lo dicono da anni: nelle costruzioni delle città va data priorità ai viali alberati rispetto alle strade prive di alberi. Se continuiamo a costruire solo centri commerciali e nuove autostrade, alimentiamo il riscaldamento globale. Al contrario, creare aree verdi, parchi e zone riforestate può incidere molto sul clima urbano”. “In modo molto semplice: sotto un albero il suolo può essere 15 gradi più fresco. L’asfalto al sole raggiunge i 60-65 gradi, mentre sotto gli alberi si scende a 45-50. Questo ha effetti enormi sulla qualità dell’aria e sul microclima. Il verde sembra una banalità, ma è la cosa più semplice e più importante. Il cambiamento parte anche da lì”.

 

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