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venerdì, Marzo 29, 2024
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Colpi di pistola e benzina fuori la porta, il raid contro i Notturno al ritorno dal cimitero: “Se vedi a tuo marito digli che gli levo la testa”

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Colpi di pistola e liquido infiammabile contro la porta dell’abitazione di Rafaele Notturno Raffaele. Così i Raia volevano intimidirono la famiglia di Scampia, un attacco effettuato per prendere il controllo del Bakù. La moglie di Notturno, insieme alla figlia, si era recata al cimitero di Poggioreale per far visita alla tomba del figlio Nicola Notturno, ucciso in un agguato il 18 settembre del 2017. Al ritorno ha incrociato una moto Africa twin di colore rosso, riconoscendo alla guida Esposito Francesco e come passeggero Raia Salvatore, i quali la guardavano insistentemente. Giunta sotto casa, la donna, dopo aver parcheggiato, incrociava nuovamente la moto con a bordo solamente Esposito che la guardava con uno sguardo minaccioso. Spaventata per l’accaduto, la donna contattava l’ex marito, Raffaele Notturno, che, poco dopo sopraggiungeva, recandosi in un altro appartamento a sua disposizione situato all’interno “11” posto di fianco a quello in cui vivevano la ex moglie con la figlia. Poco dopo mezz’ora, mentre la donna era in casa proprio con la figlia, sentiva suonare al cancello del ballatoio, che dava accesso agli appartamenti e, nell’aprire solo la porta di ingresso di casa, notava all’esterno del predetto cancello alcune persone di sua conoscenza, tra cui un certo Tommasino, Esposito Francesco, Raia Salvatore, Raia Francesco ed un’altra persona vicino all’ascensore, che, a suo parere, somigliava a Raia Giovanni. Erano presenti, altresì, due persone travisate con dei cappelli che si trovavano all’intemo del vano scala.

A quel punto, la donna sentiva Tommasino urlare dal cancello le seguenti parole “ ti do due ore di tempo, se tra due ora non te ne vai, ti buttiamo la benzina sotto la porta, ti facciamo prendere fuoco a te tua figlia e tuo marito dentro casa; se non viene tuo marito ti facciamo saltare in aria con tutta la casa; se non viene prendo i tuoi suoceri e gli spariamo in testa, hai capito! Ti do due ore di tempo”.

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Subito dopo, iniziava a gridare Raia Salvatore, che pronunciava le seguenti parole: “se vedi a tuo marito digli che ci levo la testa e la metto appesa sul cancello”. La donna specificava che Tommasino per intimorirla le aveva mostrato una pistola che aveva in mano ed aggiungeva che anche un’altra persona, deteneva una pistola all’intemo della cinta. Dopo l’accaduto, mentre la donna, la figlia e l’ex marito si trovavano all’intemo dell’appartamento dove vivevano le due donne, verso le 14,i udivano un forte boato provenire dall’esterno, e notarono che a terra c’era del liquido e un forte odore di benzina e che all’esterno del cancello del ballatoio, che era chiuso, vi era un alone di fumo, ma nessuna fiamma.

La donna chiamò i carabinieri a cui disse che il marito, dopo la morte del figlio, si era allontanato dal gruppo criminale. Specificava poi di essere stata contattata, circa un mese prima, da una chiamata anonima sulla propria utenza telefonica, il cui interlocutore, di sesso maschile, aveva proferito la seguente minaccia: “vi buttiamo due bombe fuori dalla porta se non ve ne andate subito, e stanno due di loro sulle rampe della scala con le pistole in mano che vi uccidono”. Da quel momento, la mamma e la figlia erano rimaste chiuse in casa, per timore di subire ritorsioni, fino al giorno in cui si sono verificati i fatti, quando la prima, in data 17 ottobre, si era recata al cimitero. Minacce simili sono state rivolte alla sorella dell’ex moglie di Notturno ed i suoi tre figli, nel tentativo di costringerli ad abbandonare la propria abitazione.

La vicenda delle minacce contro i Notturno va avanti da anni, raccontata negli stessi termini da diversi collaboratori di giustizia, e che si incentra sulla figura di Raffaele Notturno unico dei tre fratelli libero (come si è detto, infatti, Enzo è al “41 bis”; Gennaro, viceversa, un collaboratore di giustizia) ma “chiuso in casa”, gravato cioè da una sorta di “divieto di farsi vedere nel Rione” impostogli dai RAIA (e non solo) sin da quando, con la morte del figlio Nicola Notturno (ucciso, come detto, nel settembre 2017), lo Chalet Baku, storicamente appannaggio della sua famiglia, passò gradualmente sotto il comando proprio dei Raia (già in passato luogotenenti degli stessi Notturno, come racconta, da ultimo, la sentenza n. 573/2021, alla cui lettura si rimanda), sempre nell’orbita criminale degli Amato-Pagano.

Il rione denominato Chalet Baku è una piazza di spaccio storica di Scampia, oggetto di svariate indagini. L’ultima di esse, in ordine di tempo, è stata quella condotta, nel proc. 17554/2016, dalla Sezione Antidroga della Squadra Mobile di Napoli. Al fine di ricostruire la progressiva ascesa del gruppo Raia ed il conseguente declino del gruppo Notturno giova riportare le significative dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia. Il collaboratore che più di recente ha riferito su tale vicenda è stato Pasquale Paolo, che l’ha appresa in carcere, parlando sia con suo padre Raffaele Paolo (storico esponente dei Di Lauro, ed oggi latitante), ma anche direttamente con Costantino Raia (fratello di Francesco, Patrizio e Giovanni) attualmente detenuto.

Gli arrestati, tutti difesi dall’avvocato Dario Carmine Procentese, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

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Antonio Mangione
Antonio Mangionehttp://www.internapoli.it
Giornalista pubblicita iscritto dalll'ottobre 2010 all'albo dei Pubblicisti, ho iniziato questo lavoro nel 2008 scrivendo con testate locali come AbbiAbbè e InterNapoli.it. Poi sono stato corrispondente e redattore per 4 anni per il quotidiano Cronache di Napoli dove mi sono occupato di cronaca, attualità e politica fino al 2014. Poi ho collaborato con testate sportive come PerSempreNapoli.it e diverse testate televisive. Dal 2014 sono caporedattore della testata giornalistica InterNapoli.it e collaboro con il quotidiamo Il Roma
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