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sabato, Luglio 5, 2025
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Da Giugliano a San Giovanni per recuperare un Audi noleggiata, 6 arresti per sequestro di persona

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“La macchina è dei Mazzarella”, ed è così che i NOR dei Carabinieri di Napoli hanno stretto le manette ai polsi a sei persone accusate di sequestro di persona a scopo estorsivo aggravato dal metodo mafioso (un grave reato punito da 25 a 30 anni di reclusione) e lesioni aggravate con una prognosi di 10 giorni, con lesione al cuoio capelluto medicato con vari punti di sutura ad una delle due persone offese.
In carcere a Secondigliano sono stati rinchiusi: Lama Arturo, nato a Napoli il 24.8.1970, De Filippo Salvatore, nato a Napoli il 4.10.1982, Ciccarelli Giuseppe, nato ad Aversa il 29.10.1987, Giannetti  Salvatore, nato a Napoli il 26.9.1982, Amaro Mario, nato a Napoli il 10.3.1987, e Martori Antonio, nato a Pozzuoli il 17.5.1983.

I sei sono difesi dagli avvocati Luigi Poziello, Diego Pedicini, Giuseppe Milazzo, Antonio Bucci e Alessandro Pignataro.

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Secondo l’ipotesi accusatoria, i sei sequestravano Vincenzo Vaccaro e Andrea Grammatikas allo scopo di conseguire la restituzione del veicolo Audi RS3 di colore grigio preso a noleggio dalle predette persone offese presso una società con sede a Giugliano oppure la restituzione dell’equivalente del valore
della predetta auto (circa 80.000 euro), minacciando che le avrebbero uccise qualora non avessero ottemperato a
quanto richiesto In particolare raggiungevano le vittime e, dopo averle aggredite e prelevate con la forza, le conducevano presso un appartamento situato al piano terra di via Castagnola a Napoli dove proseguivano il brutale pestaggio.

Veniva, dunque, sferrato uno schiaffo a Vaccaro in Piazzale Tecchio ed uno all’interno della casa, obbligandolo a salire sullo scooter SH di colore blu, segregandolo all’interno dell’appartamento, controllandolo a vista e sottraendogli il cellulare, così da
impedirgli di telefonare; e ancora minacciando di chiuderlo con Grammatikas all’interno di uno scantinato
per tutta la notte e di ucciderli nella mattina seguente se non avessero riportato indietro l’auto o restituito l’equivalente valore in denaro, millantando che il veicolo era il loro ovvero del clan “Mazzarella” e proferendo contestualmente al pestaggio le seguenti minacce di morte: :-“dacci subito la macchina” -“a me non mi interessa che non lo sapevi, la macchina te la sei
venduta tu ed adesso me la paghi o mi dici a chi hai dato la macchina e ci andiamo noi a riprenderla, perche’
noi siamo i mazzarella ed arriviamo ovunque!!!” – “avvisa la tua compagna che stai con noi, ci restituisci
la macchina e te ne vai a casa con i tuoi piedi altrimenti se non esce la macchina o i soldi ti chiudiamo in uno
scantinato a te ed Andrea fino a quando uno dei vostri familiari non ci porta i soldi ovvero il valore della macchina
(80.000,00 euro)!!! “…….” sei un cornuto lo sapevi che la macchina era dei mozzarella!” – “vedi qua sta Andrea
sta abbuscando da stamattina dice che tu sapevi che la macchina era nostra e che non ha ricevuto nessun compenso
nei c o n f r o n t i di G r a m m a t i k a s A n d r e a :
dopo essersi qualificati quali gestori dell’autonoleggio LTS RENT e proprietari dell’AUDI RS3, non avendo
creduto alla versione fornita dalla suddetta vittima, dopo averlo minacciato di morte, dapprima lo picchiavano
con calci e pugni all’interno del bar Bianco e subito dopo lo trasportavano con forza all’esterno e dopo averlo
minacciato di morte, continuavano con il pestaggio; quindi lo scaraventavano con forza all’interno di una Fiat
Panda di colore bianco, condotta da AMARO Mario, mentre all’interno dell’abitacolo vi era DE FILIPPO
Salvatore che era anche la persona che all’interno del bar, per primo, lo aveva picchiato con calci e pugni al
volto e al corpo. Costoro, scortati dai restanti complici a bordo di altre autovetture non meglio descritte e nr. 2
scooter, presumibilmente un’Honda SH e un Piaggio Beverly, lo conducevano presso l’abitazione sopra descritta
e lo trasportavano con forza all’interno della stessa ove Giannetti Salvatore, soprannominato SCORPIONE,
etichettandosi quale appartenente al CLAN CAMORRISTICO DEI MAZZARELLA, asseriva che l’auto di cui
sopra era di proprietà del clan; a tal punto, a turno e individualmente pestavano a sangue il GRAMMATIKAS,
spegnendogli anche una sigaretta sulla fronte, proferendo contestualmente al pestaggio le seguenti minacce “o
ci porti la macchina o ci dai 80.000 euro, o ti ammazziamo, ti abbiamo già scavato la fossa”;
con l’aggravante di aver commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di cui all’art. 416 bis. I c.p., avuto
riguardo alle modalità dell’azione delittuosa incutendo timore nelle persone offese con brutale aggressione fisica
e intimidazioni attuate mediante minacce di morte, tali da evocare la sussistenza e presenza sul territorio di
un’organizzazione di stampo camorristico, capace di gestire e controllare le attività economiche e produttive
dell’area nella quale gli indagati operano e nello specifico vantando l’appartenenza al clan Mazzarella, così da creare una condizione di assoluto assoggettamento delle vittime soggiogate dall’azione di sopraffazione degli
indagati, nonché al fine di agevolare il clan Mazzarella, organizzazione di stampo camorristico di cui sono diretta
promanazione;

Inoltre, in concorso tra loro, e con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, ponendo in essere la condotta di cui al capo che precede,
picchiando selvaggiamente le predette vittime, cagionavano a GRAMMATIKAS Andrea, lesioni personali consistite
in “ferita lacero contusa in regione occipitale suturata con punti” giudicate guaribili in gg. 10;
con l’aggravante di aver commesso il fatto in più persone riunite nonché avvalendosi delle condizioni di cui all’art.
416 bis. l c.p., avuto riguardo alle modalità dell’azione delittuosa, incutendo timore nelle persone offese con
brutale aggressione fisica e intimidazioni attuate mediante minacce di morte, tali da evocare la sussistenza e
presenza sul territorio di un’organizzazione di stampo camorristico, capace di gestire e controllare le attività
di sopraffazione degli indagati, nonché al fine di agevolare il clan Mozzarella.

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