Da ‘miss Trans Campania’ alla galera, è questa la parabola di Annalisa Improta, una delle persone arrestate dai carabinieri della compagnia di Poggioreale accusate, a vario titolo, di essere componenti di un gruppo dedito alla sfruttamento della prostituzione. La donna, organizzatrice di battaglie contro l’omofobia e iniziative a favore delle minoranze, è tra i destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dalla magistratura napoletana.
I membri del gruppo, secondo la Procura gestiti direttamente dall’Improta, quotidianamente controllavano i trans che si prostituivano nella zona ai quali avevano assegnato una postazione fissa, controllandone gli spostamenti e gli orari, imponevano con violenza e minaccia il pagamento di 30 euro al giorno: la somma necessaria per esercitare ‘la professione’. Lisetta, sempre secondo la Procura, era colei che gestiva il gruppo e decideva ruoli e incassi. Una brutta pagina per chi faceva della difesa dei più deboli la propria bandiera.