È stata smantellata una banda criminale dedita alla ricettazione e al riciclaggio di orologi di lusso rubati, in un’operazione condotta dalla Squadra Mobile di Napoli e coordinata dalla Procura partenopea (VII sezione, con il procuratore aggiunto Pierpaolo Filippelli). Nove persone sono state raggiunte da misure cautelari emesse dal Gip: otto arresti domiciliari e una custodia in carcere, quest’ultima per il presunto capo del gruppo, Raffaele Fiengo, 49 anni.
L’inchiesta, avviata nel 2023 a seguito dell’arresto di due minorenni coinvolti in rapine di orologi, ha portato alla luce un’organizzazione criminale ben strutturata e con ramificazioni internazionali. Durante le perquisizioni sono stati sequestrati 18 orologi di lusso, per un valore stimato di 450mila euro, e 82mila euro in contanti.
Secondo quanto emerso, la banda era specializzata nella gestione e nel commercio illecito di orologi di altissimo valore – tra cui Richard Mille, Patek Philippe, Audemars Piguet e Rolex – sottratti tramite rapine, truffe e furti in Italia e all’estero. Parte della refurtiva veniva rivenduta sui mercati mediorientali attraverso mediatori russi con base negli Emirati Arabi, oppure esposta in fiere internazionali che si tengono in Germania ogni sei mesi.
Tra gli arrestati figura anche il figlio del capo, Ciro Fiengo, 20 anni, che ricopriva il ruolo di corriere. Gli altri componenti identificati sono: Italo Russo (49), Luciano Potenza (48), Arturo De Marco (47), Gianluca Pellegrino (49), Giuseppe Augellini (48), Alessandro Aversano (39) e Salvatore Cinquegrana (39). Ciascuno aveva un compito preciso: dai procacciatori di clienti, agli addetti alla riparazione e falsificazione degli orologi, fino ai corrieri.
Decisivo, nell’ambito delle indagini, è stato il sequestro di un laboratorio orologiero utilizzato anche per incontri riservati con gli acquirenti. Il laboratorio, oltre a fornire assistenza tecnica per la modifica degli orologi, fungeva da quartier generale dell’organizzazione.
La banda agiva con una precisione quasi militare, curando ogni fase dell’operazione: individuazione dei clienti, trasporto della merce, falsificazione dei pezzi, e contatti con i mercati esteri. Tra le vittime delle rapine, anche personaggi noti: Alessandro Del Bono, il figlio del presidente della Guinea Equatoriale Obiang Justo, e il pilota di rally Alessandro Fogliani.
Le indagini – che proseguono per tracciare la rete internazionale della ricettazione – hanno consentito di ricostruire un vero e proprio network criminale attivo tra Napoli, Caserta, Roma, Milano e l’estero, con una struttura gerarchica definita e capace di gestire un giro d’affari illecito per centinaia di migliaia di euro.
Gli orologi rubati, molti dei quali di altissimo pregio, non venivano rivenduti solo sul mercato nero italiano: secondo gli investigatori, una parte significativa della refurtiva era destinata a mercati esteri ben organizzati, in particolare il Medioriente e la Germania. A gestire questi canali internazionali erano mediatori russi residenti negli Emirati Arabi Uniti, che fungevano da intermediari tra la banda napoletana e i compratori stranieri.
In Germania, invece, gli orologi venivano introdotti in occasione di fiere internazionali di settore, che si tengono ogni sei mesi e rappresentano un punto d’incontro per collezionisti, rivenditori e appassionati del lusso. In questi contesti, i pezzi trafugati venivano spacciati per autentici e venduti anche a ignari acquirenti, grazie alla falsificazione di certificati e alla modifica delle componenti interne ed esterne degli orologi, operata da un orologiaio affiliato al gruppo.