E’ stato attirato probabilmente con l’inganno dai suoi assassini, poi è stato ucciso e sotterrato in un campo tra Melito e Giugliano, in via Madonna delle Grazie. Davide Tarantino è stato probabilmente ucciso quel venerdì 26 febbraio 2016 quando uscì di casa senza fare più ritorno. A denunciare la scomparsa di Davide Tarantino fu la moglie che, dopo due anni e mezzo di flebile speranza, ieri ha ricevuto la notizia del ritrovamento del corpo del marito 44enne. Il corpo di Davide Tarantino, in avanzato stato di decomposizione, compatibile con la data di scomparsa del pusher melitese, era sotto alcuni centimetri di terreno, vicino al cadavere pare che sia stata ritrovata una corda che potrebbe chiarire ulteriormente la dinamica della morte. Potrebbe essere stato legato e strangolato fino alla morte: quello che in gergo criminale viene chiamato “incaprettamento”, ma resta da chiarire se quella corda possa far parte della scena del crimine.
L’ipotesi che tiene principalmente banco, soprattutto per l’improvvisa svolta nelle indagini, è che qualche esponente del clan Amato-Pagano abbia deciso di collaborare con la giustizia e che abbia dimostrato la sua affidabilità con una rivelazione eclatante. Due anni e mezzo ci sono voluti per il ritrovamento del cadavere di Tarantino. Un “lupara bianca” inscenata con tanto di depistaggio: l’auto della vittima, infatti, fu ritrovata chiusa e senza segni di effrazione sulle sponde del Lago Patria, a Giugliano. Un ritrovamento a cui fece seguito l’utilizzo dei sommozzatori che, inutile dirlo, non diede alcun riscontro. Un ulteriore particolare ancora sconosciuto è proprio il luogo del delitto: la DDA di Napoli che si sta occupando del caso tiene il massimo riserbo sulle indagini. Tarantino potrebbe essere stato ucciso altrove e sotterrato nel campo di via Madonna delle Grazie, una zona isolata al confine con vicino comune di Giugliano.
