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mercoledì, Giugno 26, 2024
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Donne vittime di violenza, Vitale (Spazio Aspasia): “Patrocinio a spese dello Stato”

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“L’Associazione “Spazio Aspasia” OdV…”, ci racconta la Presidente Teresa Vitale, “…si è trovata spesso dinanzi a casi di donne vittime di maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale e stalking non a conoscenza dell’esistenza dei Centri Antiviolenza e che, per tale ragione, si sono rivolte privatamente ad un legale per vedere riconosciuti e tutelati le proprie ragioni ed i propri diritti.

Nella maggior parte dei casi, queste donne sono state costrette a versare al professionista al quale hanno chiesto aiuto somme di denaro spesso anche cospicue. Ciò in quanto non sono state informate da quest’ultimo della possibilità di usufruire del patrocinio a spese dello Stato indipendentemente dal loro reddito e dalla loro situazione economica…” così come previsto per le persone offese dagli anzidetti reati dall’art. 76, comma 4-ter, del D.P.R. 115/2002 ‘Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia’.

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La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 1 del 2021, ha sancito in via definitiva l’obbligatorietà del patrocinio a spese dello Stato nei casi indicati dall’art. 76, comma 4-ter, del D.P.R. 115/2002.

Tale sentenza stabilisce che il criterio sul quale si fonda l’applicazione del suddetto articolo non è il reddito bensì la “condizione di vulnerabilità” delle vittime che sono per la maggior parte donne.

La garanzia del patrocinio a spese dello Stato, indipendentemente dalla disponibilità economica della persona offesa, è volta ad incoraggiare le denunce dei reati in parola che spesso risultano particolarmente difficili da raccontare e da affrontare.

La finalità della norma è proprio quella di mettere a disposizione della persona offesa un sostegno solido, effettivo e concreto, considerato che la vulnerabilità di quest’ultima è maggiore data la particolare natura dei reati di cui è vittima. Occorre pertanto spronarla a denunciare rendendole più semplice intraprendere il percorso che porterà all’accertamento delle condotte penalmente rilevanti.

Tanto sostiene la Consulta, anche alla luce del fatto che nel nostro ordinamento giuridico, in particolar modo nel corso degli ultimi anni, “…è stato dato grande spazio a provvedimenti e misure tesi a garantire una risposta più efficace verso i reati contro la libertà e l’autodeterminazione sessuale, considerati di crescente allarme sociale, anche alla luce della maggiore sensibilità culturale e giuridica in materia di violenza contro le donne e i minori…”.

Ciò rappresenta una grande conquista, risultato delle lunghe battaglie del Movimento delle Donne, in corso da anni. “Le istanze del Movimento delle Donne sono state recepite in pieno! Le donne vittime di questo tipo di reati vivono una condizione terribile, di disagio, di paura e di vergogna ed hanno bisogno di essere tutelate concretamente ed invogliate a denunciare!” dice Teresa Vitale.

Dunque, secondo la Corte Costituzionale, l’obbligatorietà del patrocinio a spese dello Stato prevista dall’art. 76 comma 4-ter del D.P.R. 115/2002 può essere definita “del tutto ragionevole e frutto di un non arbitrario esercizio della propria discrezionalità da parte del legislatore”.

La norma suddetta va interpretata quindi nel senso dell’automaticità e dell’obbligatorietà dell’ammissione al patrocinio a spese dello Stato per le persone offese da uno dei reati indicati nella norma medesima, a prescindere dalle loro condizioni reddituali e patrimoniali che, pertanto, non devono essere oggetto di dichiarazione o attestazione.

“Gli avvocati sono obbligati ad informare le vittime di questi reati, che si rivolgono a loro, della possibilità di usufruire del patrocinio a spese dello Stato indipendentemente dalla loro condizione economica secondo le norme di Legge, ma non sempre lo fanno. L’associazione Spazio Aspasia ha invitato le utenti che si sono trovate in una situazione del genere a non accettare una ‘violenza sulla violenza’ e quindi ad intraprendere le vie legali anche contro quegli avvocati che continuano ad ignorare quanto stabilito dalla Legge” afferma la dott.a Teresa Vitale riferendo che “…alcuni anni fa abbiamo provveduto ad informare di tale questione anche la Consulta Regionale. Spazio Aspasia si è premurata più volte di inviare missive a diversi studi legali invitandoli a dare alle clienti, che non conoscono il dettato legislativo, l’anzidetta informazione, dando la possibilità alle stesse di scegliere liberamente se usufruire o meno del patrocinio a spese dello Stato. Inoltre, Vogliamo rivolgere l’invito altresì alle Forze dell’Ordine, alle quali le donne vittime di violenza e di atti persecutori si rivolgono talvolta direttamente, ad informarle dell’esistenza dei Centri Antiviolenza, tra i quali quello di Giugliano in Campania “Donne in Contatto Telerosa”, nonché di sollecitarle a rivolgersi agli stessi.”.

La dott.a Teresa Vitale sottolinea dunque l’importanza dello sviluppo di una sinergia tra Forze dell’Ordine, Centri Antiviolenza e professionisti privati con lo scopo di aiutare, in maniera giusta e concreta e nel rispetto della Legge, le vittime dei reati in questione di modo che le stesse riescano a trovare il coraggio di denunciare sempre e di portare alla luce la verità.

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