Smantellata una fitta rete di spacciatori che, per le restrizioni conseguenti l’emergenza epidemiologica in atto da Covid-19, effettuavano la consegna della droga anche “porta a porta”. Per pagare la droga veniva utilizzato il denaro intascato grazie al reddito di cittadinanza.

Arresti per droga in Campania, l’operazione “Delivery”

Il G.I.P. ha disposto la misura cautelare in carcere per 3 indagati (un 24enne, un 47enne e un 53enne, tutti di Avellino), gli arresti domiciliari per altri 13 (di età compresa tra i 20 ed i 65 anni, residenti in Irpinia e nelle province di Caserta e Salerno e Napoli) e per i restanti 3 l’obbligo di dimora. Le indagini svolte hanno messo in luce le molteplici condotte illecite poste in essere dagli indagati. Soggetti spesso risultati fra loro collegati, per l’approvvigionamento e lo smercio della droga, ma poi dotati di autonomia nella gestione dei rispettivi circuiti di spaccio.

L’illecita attività era esercitata con notevole abilità e disinvoltura, nonostante le restrizioni conseguenti l’emergenza epidemiologica da Covid-19 in atto. Durante il “lockdown” lo spaccio era infatti adeguato alle restrizioni in atto. Tanto da arrivare alla consegna cosiddetta “porta a porta” dello stupefacente (di qui il nome dell’operazione “Delivery”). Erano gli spacciatori a rifornire a domicilio i propri acquirenti, cercando di eludere con stratagemmi vari i rigorosi controlli delle Forze dell’Ordine.

Nel corso delle perquisizioni domiciliari i Carabinieri hanno proceduto anche all’arresto di uno degli indagati per resistenza e minaccia contro un pubblico ufficiale.

Le indagini dei carabinieri: droga acquistata col reddito di cittadinanza

I pusher  non esitavano a minacciare i clienti nel caso in cui avessero tardato

con il pagamento. Alcuni dei soggetti coinvolti nell’indagine attendessero di percepire il Reddito di cittadinanza per acquistare lo stupefacente.

In particolare alcuni tossicodipendenti, non disponendo di denaro contante per far fronte al pagamento della dose, si impegna ad estinguere il debito non appena ricevuto l’accredito del beneficio. Dalle intercettazioni è emerso altresì il linguaggio criptico utilizzato previo accordo con gli interlocutori (fili elettrici, prosciutto crudo, prosciutto cotto, birra, caffe, cd, …) per celare l’illecita attività di spaccio che avveniva anche con l’impiego di una minore quale intermediaria.

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