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mercoledì, Aprile 24, 2024
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La mamma di Solimene parlò dell’omicidio del figlio, il boss ordinò di bruciarle l’auto

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Sono stati identificati gli autori dell’incendio dell’auto della mamma di Emilio Solimene, avvenuto il 30 ottobre 2014 a Caivano. Dunque si trattò di un atto intimidatorio decretato dal boss Antonio Cicciarelli al fine di intimorire la donna che diffuse notizie  sui presunti responsabili dell’omicidio del figlio nel Parco Verde.

C’è anche questa accusa nell’ordinanza di custodia cautelare eseguita, stamane, negli istituti penitenziari di Carinola, Terni, Sulmona e Livorno. Sono stati i Carabinieri della Compagnia di Casoria, ad eseguire il provvedimento nei confronti dei 4 arrestati su ordine del G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione distrettuale Antimafia partenopea, nei confronti di 4 indagati tutti detenuti per altra causa. Sono gravemente indiziati a vario titolo dei reati di omicidio aggravato dalle modalità mafiose, detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo in luogo pubblico, danneggiamento a seguito di incendio, violenza e minaccia aggravate dal metodo mafioso.

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Colpo al clan Ciccarelli dopo gli omicidi, 4 arresti contro il boss e gli affiliati

GLI OMICIDI DI AMARO E SOLIMENE

Le indagini, condotte dai militari della Sezione Operativa della Compagnia di Casoria e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, iniziarono all’indomani di due omicidi commessi in Caivano nei mesi di agosto e ottobre 2014, in danno di 2 pregiudicati del luogo, ritenuti intranei al gruppo camorristico Ciccarelli che erano coinvolti nelle dinamiche di spaccio del rione Parco Verde.

Le indagini, svolte mediante attività tecniche, riscontri sul territorio e su impulso di dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, consentirono di identificare esecutori e mandante degli omicidi commessi all’interno del Parco Verde. Le vittime erano Gennaro Amaro, colpito mortalmente da diversi colpi d’arma da fuoco la mattina dell’8 agosto 2014, e Emilio Solimene ucciso a colpi d’arma da fuoco la mattina del 13 ottobre 2014 nei pressi di un bar. I due omicidi sarebbero la conseguenza di una frizione interna al clan Ciccarelli, poiché le vittime avrebbero intrapreso iniziative autonome non accettate dai vertici.

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