I figli di Silvio Berlusconi si sono costituiti parte civile nel processo che accusa d’estorsione l’ex olgettina Giovanna Rigato. Quest’ultima è infatti accusata di aver tentano di estorcere un milione di euro all’ex leader di Forza Italia per mantenere il silenzio nei casi che li vedevano coinvolti. Il processo si sarebbe chiuso, dopo la morte di Berlusconi solo se i figli avessero deciso di rinunciarvi, così però non è stato.
La scelta dei cinque figli di Silvio Berlusconi
I cinque hanno deciso di proseguire come parte civile nel processo che accusa l’ex olgettina Giovanna Rigato di tentata estorsione nei confronti di loro padre Silvio Berlusconi. Pare infatti che Rigato abbia chiesto prima 500mila euro, per poi raddoppiare la cifra ad un milione, a Berlusconi per “mantenere il silenzio” nei processi in cui all’epoca erano entrambi coinvolti.
Giovanna Rigato, difesa dall’avvocato Stefano Gerunda e dal collega Corrado Viazzo, ha sempre negato ogni accusa. Sul caso sarebbero emersi versamenti di 2-3mila euro al mese. Il leader di Forza Italia si era costituito parte civile al dibattimento ma per ben due volte aveva ignorato il tribunale di Monza, non presentandosi in aula.
Ne corso del processo RubyTer Roberto Trombini, libero professionista che collaborò per l’ex premier Silvio Berlusconi, dichiarò sul caso Giovanna Rigato: “Avevo trovato un appartamento a Giovanna, che lo chiedeva urgentemente, ma era necessario qualche giorno per fare delle verifiche catastali e lei in un incontro ad Arcore ebbe una reazione scomposta e arrabbiata, fece un gesto con una mano per far capire che le dovevano essere versati dei soldi, penso 500mila euro, e Silvio Berlusconi rimase sbigottito“.
