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sabato, Aprile 27, 2024
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Evasi dal carcere minorile, si consegna il terzo giovane: 4 irreperibili

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Il terzo dei sette ragazzi evasi ieri sera dall’istituto minorile Beccaria è tornato in carcere, dopo i due che erano stati presi poco dopo la fuga. La notizia ha trovato conferma da parte del sindacato Sappe della Polizia Penitenziaria. Sarebbero stati i genitori a convincerlo a tornare nell’istituto. Sono quattro gli agenti di Polizia penitenziaria portati in ospedale dopo essere rimasti intossicati ieri sera dal fumo causato dalle fiamme appiccate nelle celle da alcuni detenuti dell’istituto minorile Beccaria di Milano, dopo che sette reclusi erano scappati.

Tre sono già stati presi, uno di questi si è consegnato convinto dai genitori. Gli agenti hanno 25, 26, 27 e 34 anni e sono tutti stati portati tutti all’ospedale San Carlo, nessuno in condizioni gravi.

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INCONTRO TRA SALVINI E IL DIRETTORE

“Ci sarò oggi per incontrare il direttore, per capire come mettere in maggiore sicurezza non solo il carcere minorile di Milano ma anche tutte le carceri italiane perché troppo spesso ci sono episodi violenti”, il ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini ha così annunciato la sua presenza al Beccaria. Salvini ha voluto anche dare la sua “solidarietà agli agenti feriti e intossicati”.

Don Gino Rigoldi, storico cappellano dell’Istituto minorile Beccaria, ne è convinto: “Mi telefoneranno, li riporterò indietro”. Davanti al carcere dove ieri sono evasi sette detenuti, l’ex cappellano dell’istituto si augura che questa vicenda “dia uno scossone” al Ministero per un carcere in cui “manca un direttore da 20 anni e ci sono lavori da 16”. I ragazzi sono infatti scappati approfittando delle strutture di alcuni lavori in corso.

FUOCO NELLE CELLE

Nel carcere minorile di Milano, è giunto il presidente del Tribunale dei Minori Anna Maria Gatto con un magistrato di sorveglianza. Il fuoco appiccato in alcune celle è stato spento dai vigili del fuoco. Attimi di tensione di sono registrati quando i cronisti si sono avvicinati al perimetro dell’istituto penitenziario, e alcuni detenuti hanno gridato “giornalisti di m…” dalle finestre.

I sette giovani detenuti del carcere, forse approfittando di lavori in corso da tempo nel penitenziario o dei ranghi ridotti della polizia penitenziaria nel giorno di Natale, sono evasi ieri attorno alle 16,30, sembrerebbe attraverso un varco nel muro, in due sono già stati riportati nel penitenziario. Uno si è consegnato Per gli altri quattro sono in corso ricerche a tappeto.

BRUCIATI I MATERASSI

Nelle ore successive alla fuoriuscita dei sette ragazzi che hanno tutti tra i 17 e i 19 anni, in alcune celle dello stesso penitenziario, altri ragazzi reclusi hanno appiccato fuoco ai materassi. Per la gravità dell’evasione sono rientrati in servizio tutti gli agenti reperibili, e domani sono in arrivo, mandati dal ministero di Via Arenula, i vertici del Dipartimento della giustizia minorile, tra i quali il direttore generale Giuseppe Cacciapuoti che inizierà ad approfondire come sia potuta avvenire una così clamorosa evasione. Il leader della Lega Matteo Salvini si è detto “sconcertato” per questa fuga. Anche per il sottosegretario alla giustizia Andrea Ostellari, senatore leghista, l’ evasione “è sconcertante”.

“BASTA CHIACCHIERE”

“Non c’è proprio più spazio per chiacchiere o affermazioni generiche di ‘sconcerto’. Il Beccaria era un carcere modello. Lo era nel passato, in un passato ormai remoto. Da quasi vent’anni non c’è un Direttore, e ce la si è cavata con dei ‘facente funzione’. Da una quindicina d’anni ci sono lavori in corso, che non finiscono mai”: Il sindaco di Milano Giuseppe Sala lo ha scritto su Fb dopo l’evasione, ricordando di aver fatto insieme a don Gino Rigoldi “continui richiami ai Governi che si sono succeduti per mettere mano a questo problema ormai fin troppo evidente”.

“Siamo in contatto con la direttrice del carcere – ha aggiunto Ostellari – per approfondire le modalità con cui si è verificato il fatto. Ringrazio il reparto di Polizia penitenziaria, prontamente rientrato nella sua interezza in servizio, il Nic e le altre Forze dell’ordine che da subito hanno avviato un’intensa attività di ricerca degli evasi. Visiterò di persona l’istituto. Ciò che è accaduto non si deve ripetere. Vanno individuate soluzioni efficaci e immediatamente disponibili per scongiurare episodi simili”. Negli istituti minorili, per ragioni connesse anche al sovraffollamento penitenziario nelle carceri, l’età dei detenuti – ricorda il segretario della Uilpa Gennarino De Fazio- “può arrivare fino 25 anni”. “Molte delle problematiche che investono le carceri – sottolinea il sindacalista – si ritrovano anche negli istituti penali per minorenni. In particolare, sono in vorticoso aumento i casi d’aggressione agli operatori, di sommosse e, come in questo caso, di evasione. Ciò è evidentemente imputabile a una serie di fattori”, tra cui appunto “l’innalzamento del limite d’età”. “Da tempo – continua – ripetiamo che il sistema d’esecuzione penale va ripensato e che vanno riorganizzati e potenziati il Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità e il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria”.

“Auspichiamo – conclude De Fazio – di poterci presto confrontare con il Ministro della Giustizia e i Sottosegretari delegati per la ricerca di un percorso riformatore e soluzioni concrete che vadano al di là dei meri proclami”.

“Abbiamo più volte detto che urgono stanziamenti straordinari in termini di risorse umane e materiali ma anche la modifica del modello detentivo attualmente fallimentare perché votato a una sorta di autogestione da parte dei detenuti lasciati tutto il giorno ad oziare all’interno delle sezioni detentive”, sostiene Giuseppe Moretti, segretario dell’Uspp, altra sigla sindacale della polizia penitenziaria.

Don Gino Rigoldi, storico cappellano dell’Istituto minorile Beccaria, ne è convinto: “Mi telefoneranno, li riporterò indietro”. Davanti al carcere dove ieri sono evasi sette detenuti, di cui due ripresi, l’ex cappellano dell’istituto si augura che questa vicenda “dia uno scossone” al Ministero per un carcere in cui “manca un direttore da 20 anni e ci sono lavori da 16”. I ragazzi sono infatti scappati approfittando delle strutture di alcuni lavori in corso.

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