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venerdì, Marzo 29, 2024
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Faida e spari ai Quartieri spagnoli, scarcerato Massimiliano Verrano

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Una scarcerazione che arriva come un fulmine a ciel sereno. Quella di Massimiliano Verrano, indicato come parte del gruppo che porta il suo nome, e implicato in una faida familiare che dura da anni. L’uomo, fratello del defunto Gennaro, ucciso nel corso di un agguato nel novembre 2017, è tornato a piede libero su decisione del gip: determinanti le argomentazioni del suo legale, l’abile avvocato Roberto Saccomanno, che è riuscito a convincere i giudici del venir meno delle esigenze cautelari per il suo assistito. Vi è da dire che lo stesso Verrano aveva patteggiato una pena di poco superiore ai due anni. Questo, insieme alle argomentazioni del suo legale, sono stati i fattori determinanti per la scarcerazione di Verrano che ha potuto così far ritorno ai Quartieri spagnoli.

L’arresto di Verrano l’estate scorsa

Verrano, insieme ad altre persone, era finito in manette l’estate scorsa (leggi qui l’articolo). I fatti contestati al gruppo erano avvenuti il 16 giugno e il 31 marzo dell’anno scorso. In quell’occasione a farne le spese furono due innocenti, due operai raggiunti dai proiettili in vico Tre Regine a Toledo. I sei appartengono tutti al gruppo Verrano-Nocerino legato ai ‘fraulella’ D’Amico: oltre allo stesso Verrano erano finiti in manette grazie all’operazione della squadra mobile Giuseppe Basile, Francesco Cannola, Mario Marotta Carmine Nocerino, figlio di Maria D’Amico detta “fraulella”, sorella della defunta donna boss di Ponticelli Nunzia ‘a passilona. Insieme a loro il minorenne G.M. che, leggendo le carte, sarebbe stato l’esecutore materiale.

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L’obiettivo del raid ai Quartieri

L’obiettivo un esponente della famiglia Valentinelli, da anni in contrasto proprio con i Verrano. Qualche anno fa Francesco Valentinelli si macchiò dell’omicidio di Gennaro Verrano e per questo condannato a 18 anni. Nemmeno la condanna ha però fermata la lunga scia di risentimento e rancore mai sopita in tutto questo tempo. L’obiettivo designato del raid dello scorso giugno era Giuseppe Postiglione, cugino di Angela Farelli ‘a briosche (madre di Valentinelli). Carmine Nocerino, ritenuto il mandante del raid , dopo essere stato convocato la sera stessa in Questura, venne rilasciato insieme ad altre due persone che figuravano nella lista dei fermati. E così festeggiò insieme a una parte del gruppo “in mezzo al Rosario”, stappando bottiglie di champagne. Non sapeva però che gli agenti lo tenevano sotto controllo. Ad incastrare invece il giovanissimo sicario i suoi occhiali: uno dei testimoni ascoltati dagli uomini della Mobile ha infatti dichiarato di averlo riconosciuto, nonostante la mascherina chirurgica scura, perchè dopo aver esploso i colpi di pistola si è aggiustato gli occhiali. La stessa Farelli, come emerge dal provvedimento, sarebbe stata minacciata al cimitero da Massimiliano Verrano che le avrebbe puntato una pistola in faccia davanti la figlia. La decisione del gip di ieri mette la parola fine alla storia.

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