«Abbiamo visto scene raccapriccianti, con almeno 12 ore di inferno e orrore» E’ tutto ciò che è riuscito a dire l’ambasciatore italiano in Grecia Efisio Luigi Marras. Poi, ancora, un testimone alla tv greca Skai. «Ho visto cadaveri, auto bruciate, mi sento fortunata ad essere viva. Mati non esiste nemmeno più come insediamento». Mati è la città maggiormente colpita dai devastanti incendi, a nord est da Atene. Una città che, come detto dal testimone intervistato, è stata letteralmente divorata dalle fiamme e, praticamente, non esiste più. Molti giornali hanno azzardato un paragone con la tragedia che distrusse Pompei nel 79 d.C. Ovviamente, è tutto molto più grave perché siamo nel 2018 e la conta dei morti è appena cominciata.
E’ molto più grave perché la catastrofe che distrusse Pompei fu di carattere del tutto naturale: fu l’eruzione del Vesuvio a generare il caos. In questo caso, come riportato anche da La Repubblica e il Fatto Quotidiano, ci sarebbe la mano dell’uomo. Una mano guidata da una regia criminale, senza scrupoli né dignità. Sarebbe più calzante, a questo punto, un paragone con l’estate infernale che mise in ginocchio la provincia vesuviana di Napoli. Ci vollero settimane per spegnere gli incendi. Fortunatamente non si registrarono vittime. In Grecia, la catastrofe è molto peggiore. Le fiamme, intanto, sono arrivate alle porte di Atene: il disastro potrebbe essere anche più grave se i soccorsi non verranno potenziati. Il bollettino della Croce Rossa è catastrofico ed esplicativo.
“Le fiamme hanno già ucciso 60 persone e stanno mettendo in ginocchio tutta la Grecia. Alcuni corpi sono stati trovati in mare, dove probabilmente cercavano una via di fuga, altri all’interno delle proprie abitazioni distrutte dal fuoco. I feriti sono 556. Fra questi, 16 sono bambini e sono in gravi condizioni. Ma il bilancio è ancora provvisorio”.
