E’ ancora intubato ed in gravi condizioni Antonio Elia, il detenuto in fin di vita dopo un malore in carcere che l’ha portato al coma. La famiglia accusa il carcere di Poggioreale, dove era detenuto, di non aver saputo gestire al meglio i soccorsi. Il 20enne figlio del capo-clan era in cella per una condanna a 11 anni e sei mesi per associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti.

LA DIAGNOSI

Alla base del malore ci sarebbe una grave infezione cerebrale che non gli sarebbe stata diagnosticata in tempo. I primi segni sono arrivati 20 giorni fa. Elia ha accusato dolori all’occhio sinistro, poi sempre più forte tanto da fagli scoppiare la testa. Quando la sua compagna è andato a trovarlo in carcere lo ha trovato debilitato. La cura con anti infiammatori non ha sortito effetti.

LA CORSA IN OSPEDALE

All’alba di domenica è arrivato al pronto soccorso del Cto in condizioni disperate. Il ragazzo si trova adesso ricoverato in coma farmacologico nel reparto di Terapia intensiva. La prognosi resta al momento rigorosamente riservata. «Michele era provato, si vedeva chiaramente che stava male. Io stessa me ne sono accorta duranti gli ultimi due colloqui in carcere», ha dichiarato la compagna a Il Roma. «Era sofferente, una volta mi diceva che gli faceva male l’occhio, quella dopo anche la testa, precisamente nel punto in cui adesso ha il drenaggio. Io ho cercato di farlo distrarre ma mi accorgevo che non stava bene». Ad allungare ulteriori ombre sulla vicenda ci pensa poi la lettera scritta da un detenuto, compagno di cella di Michele Antonio Elia, di cui nei giorni scorsi è entrata in possesso proprio la fidanzata del giovane di Santa Lucia.