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Caso Garlasco, l’esperto: “c’è impronta di una stampella sulla gamba di Chiara”

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Albina Perri, direttrice del settimanale Giallo, torna a riaccendere i riflettori sul Delitto di Garlasco con un nuovo articolo esclusivo. Il titolo, come di consueto diretto e provocatorio, desta subito attenzione: “L’esperto: ‘L’impronta sulla gamba di Chiara è compatibile con una… stampella!’”.

L’esperto interpellato da Perri è Pasquale Mario Bacco, medico legale, che ha analizzato nuovamente l’immagine dell’ematoma presente sulla gamba della vittima. La sua valutazione è netta: “Questa ferita sembra un segno di disprezzo, inferto mentre la vittima era già distesa. Chiara è stata calpestata”.

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Il dettaglio inquietante è che, all’epoca del delitto, una delle cugine di Chiara, Paola Cappa, si muoveva proprio con l’ausilio di stampelle, a causa di un intervento subito dopo una caduta in bicicletta avvenuta il 13 luglio.

Tre pallini e i segni a lambda

L’impronta sulla gamba presenta tre segni circolari, che secondo l’esperto potrebbero essere riconducibili agli elementi antiscivolo di una stampella. Non solo: nell’articolo si fa riferimento anche ad alcune tracce ematiche ritrovate nel salotto dei Poggi, definite nei rilievi dei RIS come “a lambda”. Anche queste, osserva Bacco, potrebbero essere compatibili con i piedini di una stampella, che lasciano semicerchi intersecati del diametro di circa tre centimetri.

“Sul corpo della vittima e impressi nel suo sangue – scrive Albina Perri – ci sono elementi che fanno pensare alla presenza di una delle due cugine Cappa sulla scena del crimine”.

Il memoriale della cugina e il fotomontaggio

Il racconto si fa ancora più controverso quando la direttrice torna su un’intervista rilasciata da Paola Cappa a Oggi, nel 2007, al giornalista Giuseppe Fumagalli. In quella testimonianza, Paola descrive una notte “magica” trascorsa con Chiara e la sorella: balli sfrenati, complicità femminile, una sorellanza profonda nata in una sola notte. “Avevamo ballato come pazze… la fuga, il senso di libertà, la musica… ecco, io credo che quella notte tra noi sia nato qualcosa di speciale”, diceva allora.

Ma Albina Perri oggi smonta quella narrazione, definendola senza mezzi termini “falsa”. A partire dalla foto che accompagnava il ricordo – una presunta immagine delle tre insieme – che si sarebbe rivelata un fotomontaggio, secondo l’inchiesta del settimanale.

“Perché Paola lo fece? – si chiede la giornalista – Perché cercò di dipingere Chiara come una ragazza capace di trasgredire, di trascinare le cugine in una notte di follia? Perché parlò di una sorellanza che non esisteva?”. Suggestioni adolescenziali o un tentativo di spostare l’attenzione, di costruire un legame posticcio con la vittima?

Domande che restano sospese, in un caso che a quasi vent’anni di distanza continua a sollevare dubbi, silenzi e misteri.

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