È il giorno dell’ultimo saluto a Giovanni Scala, il 57enne lavoratore del ristorante da Corrado rimasto ucciso dallo scoppio di via Peppino De Filippo dello scorso 25 giugno. Parenti,, amici e conoscenti piangono ‘O presidente”, come veniva chiamato.
Le esequie sono un momento di grande dolore e raccoglimento per la famiglia e per l’intero quartiere, ancora scosso dalla tragedia.
Giovanni Scala era l’unica vittima dell’esplosione che ha causato il crollo parziale di uno stabile, innescando una forte onda d’urto e provocando anche numerosi danni strutturali e disagi agli abitanti della zona. Da subito sono partite le indagini per accertare le cause dell’incidente, su cui la magistratura sta ancora lavorando.
La cerimonia funebre vede la partecipazione di familiari, amici, residenti e istituzioni, in segno di vicinanza e rispetto. Un intero quartiere si stringe attorno alla famiglia Scala, per dare l’ultimo saluto a un uomo la cui vita è stata tragicamente spezzata.
La procura accelera: sei nomi sul registro
L’inchiesta è affidata al pm Federica D’Amodio, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Antonio Ricci. Le indagini si sono rapidamente concentrate su responsabilità gestionali e strutturali. I sei indagati sono persone che, a vario titolo, risultano proprietari o gestori dell’attività ristorativa. La svolta giudiziaria è arrivata con l’iscrizione formale dei loro nomi nel registro: atto che permetterà anche ai difensori di partecipare all’autopsia e alle perizie tecniche. Nessuna accusa ufficiale per ora, ma i riflettori della magistratura si concentrano sull’ipotesi di negligenze e irregolarità nella sicurezza degli ambienti. In particolare, sulle condizioni dell’impianto a gas e sulle misure preventive in quella piccola cucina dove Giovanni ha perso la vita.