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Giugliano, il neo sindaco Diego D’Alterio prepara una giunta di discontinuità per superare l’impasse della Prefettura

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Manca solo l’ufficialità ma molto probabilmente si terrà mercoledì 11 giugno la proclamazione del nuovo sindaco di Giugliano Diego D’Alterio, vincitore nelle scorse elezioni amministrative del 25 e 26 maggio. D’Alterio, alla guida della coalizione di centrosinistra, si è imposto al primo turno battendo il competitor del centrodestra Giovanni Pianese ed il civico Salvatore Pezzella. I tempi della proclamazione si sono prolugati rispetto alla norma a causa dell’errata composizione di alcuni verbali, circa una decina, da parte dei presidenti di seggio. Le operazioni si sono concluse e finalmente mercoledì prossimo il neo primo cittadino potrà indossare ufficialmente la fascia tricolore ed entrare in pieni poteri, anche se di fatto D’Alterio si è messo al lavoro fin dal giorno seguente le elezioni per affrontare i problemi più urgenti: riapertura Corso Campano, questione rom ed il tema sicurezza, quest’ultimo in cima all’agenda elettorale del candidato del centrosinistra.

Conteporaneamente il neo sindaco sta svolgendo colloqui ed incontri con le liste per la composizone della giunta. Dalle indiscrezioni raccolte emergono due criteri per la composizione del nuovo esecutivo: non ci sarà nessun assessore che ha già ricoperto la carica durante l’Amministrazione Pirozzi e nessun consigliere eletto sarà chiamato a formare la squadra di governo. L’intenzione del neo sindaco D’Alterio è quella di scegliere sia alcuni tecnici sia persone indicate da partiti e liste che compongono la coalizione. Pd, Italia Viva, Azione, Comitato Civico Costiero e Giugliano Democratica sono stati invitati a fare nomi di rilievo, dopodiché spetterà a D’Alterio l’ultima parola. I nomi più caldi che circolano sono quelli di dirigenti di partito e personaggi conosciuti nell’ambito della politica locale, tra cui Marco Sepe (dirigente Pd) e Luigi Sequino (ex consigliere e presidente del Consiglio sotto l’Amministrazione Poziello).  In pole per la presidente dell’Assise c’è invece Luigi Guarino, che ha già ricoperto quest’incarico nel 2008 durante l’Amministrazione Pianese.

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LA QUESTIONE SCIOGLIMENTO ED IL PASTICCIO DELLA PREFETTURA

Di pari passo continua a tenere banco anche la questione scioglimento. Il lavoro della commissione d’accesso è da tempo ultimato. Pare che dopo le elezioni siano state chieste da parte della Prefettura integrazioni alla relazione per effettuare uno screening sui nuovi eletti, anche rispetto ai consiglieri uscenti rieletti. Una procedura che sarebbe da considerare una prassi, ma che nel terzo Comune della Campania diventa un giallo visto l’alone di mistero che c’è sull’operato della commissione d’accesso.

Naturalmente il contenuto della relazione è top secret, ma sulla tempistica si può affermare senza ombra di dubbio che da parte della Prefettura ci sia stato un pasticcio che ha condizionato, e non poco, l’ultima campagna elettorale. L’invio tardivo della commissione d’accesso dopo le varie inchieste che hanno colpito l’Ente, soprattutto quelle riferite a ciò che è successo dal 2015 in poi, si è accavallata con la tornata elettorale creando un clima di sfiducia generale in città. Nelle settimane immediatamente precedenti al voto, si rincorrevano da più parti le voci di un imminente scioglimento, soprattutto perché la commissione d’accesso ha chiuso i lavori ben prima dei 3 mesi previsti dalla normativa e pertanto non era stata ritenuta necessaria la proroga di ulteriori 3 mesi.

Ancora oggi non si hanno notizie ufficiali se la relazione sia sul tavolo del prefetto o, invece, sia stata trasmessa al ministro dell’Interno. Intanto, però, è stato permesso alla città di andare al voto e di scegliere il nuovo sindaco, che piaccia o meno. La legge non vieta la possibilità di sciogliere un’Amministrazione neo eletta sulla scorta di un precedente accesso, ma farlo ora post voto sarebbe un caso più unico che raro, al netto delle pressioni di una certa parte politica che spingerebbe ora in tal senso. Ma come giustificherebbero tutto ciò la Prefettura ed il ministero dell’Interno: se c’erano gli estremi per lo scioglimento perché non si è intervenuti prima delle elezioni? Perché si è permesso ai cittadini di eleggere democraticamente un nuovo sindaco? Domande lecite che diffcilmente troveranno risposte.

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Antonio Mangione
Antonio Mangionehttp://www.internapoli.it
Giornalista pubblicita iscritto dalll'ottobre 2010 all'albo dei Pubblicisti, ho iniziato questo lavoro nel 2008 scrivendo con testate locali come AbbiAbbè e InterNapoli.it. Poi sono stato corrispondente e redattore per 4 anni per il quotidiano Cronache di Napoli dove mi sono occupato di cronaca, attualità e politica fino al 2014. Poi ho collaborato con testate sportive come PerSempreNapoli.it e diverse testate televisive. Dal 2014 sono caporedattore della testata giornalistica InterNapoli.it e collaboro con il quotidiano Il Roma