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domenica, Aprile 28, 2024
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Spari in ospedale a Napoli, tra gli arrestati anche Giuseppe Iaselli: rimase ferito in agguato

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I carabinieri del Comando Provinciale di Napoli e gli agenti della Questura partenopea hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di Giuseppe Iaselli (cl. 2000), Vincenzo D’Avino (cl. 1997) e Arturo Picco (cl. 1989),ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di tentato omicidio, lesioni personali gravi edetenzione e porto illegale di armi comuni da sparo,con l’aggravante del metodo mafioso.
Il provvedimento cautelare è stato emesso all’esito di una intensa ed articolata attività di indagini, coordinata dalla DDA partenopea, che ha permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in relazione al ferimento di Vincenzo Rossi, avvenuto in Piazza Matilde Serao il 17 maggio u.s., ed alla successiva esplosione di colpi d’arma da fuoco all’interno dell’Ospedale Vecchio Pellegrini, all’indirizzo degli accompagnatori del ferito.
Gli elementi indiziari a carico degli indagati sono stati acquisiti grazie alle attività di intercettazione, alle testimonianze dei presenti e all’analisi delle immagini delle telecamere cittadine, supportate dalla ricostruzione della scena del crimine in 3D eseguita dalla Sezione Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri.

In particolare, l’analisi delle telecamere ha portato all’identificazione dell’autore della prima azione di fuoco in Giuseppe Iaselli, il quale è stato visto, prima della “gambizzazione” in sella ad un ciclomotore unitamente a Vincenzo Rossi nei pressi di Piazza Matilde Serao e, subito dopo, fuggire nei vicoli dei Quartieri Spagnoli con in mano una pistola.
Gli autori della sparatoria all’interno dell’Ospedale Vecchio Pellegrini, avvenuta immediatamente dopo il ferimento in Piazza Matilde Serao, sono stati identificati in D’Avino e Picco.  Inquadrati dalle telecamere nella zona dei Quartieri Spagnoli, i due si sono camuffati, hanno prelevato una pistola e reso illeggibile la targa del ciclomotore utilizzato per l’azione di fuoco. Dopo la sparatoria, tra le vie dei Quartieri Spagnoli, si sono liberati degli indumenti utilizzati e hanno occultato la pistola in un nascondiglio.
Le investigazioni hanno permesso di inquadrare i citati eventi delittuosi in un contrasto interno al sodalizio camorristico che gestisce il traffico di stupefacenti nei Quartieri Spagnoli.

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Il precedente su Giuseppe Iaselli

Iaselli rimase ferito in un agguato avvenuto in piazza Trieste e Trento per il quale fu arrestato un minorenne.

Le indagini, supportate da intercettazioni telefoniche e ambientali e dalle immagini di alcuni sistemi di videosorveglianza di negozi ubicati sul luogo dell’evento, hanno consentito di individuare con certezza uno degli autori del tentato omicidio di Iaselli.

Dalla visione delle telecamere si notano sopraggiungere in Piazza Trieste e Trento, a bordo di uno scooter proveniente dalla vicina Prefettura, due giovani senza casco, i quali, giunti in prossimità della vittima prescelta, si fermano e, in particolare, mentre il conducente resta in attesa con il motore acceso e lo scooter rivolto verso la via di fuga, il passeggero, armato di una pistola per ciascuna mano, solleva entrambe le braccia e fa fuoco, esplodendo, contemporaneamente, più colpi da entrambe le pistole impugnate, all’altezza del torace di Iaselli Giuseppe, il quale trovava rifugio in una Fiat 500, di colore scuro, ivi parcheggiata.

Accanto alla predetta vettura e in tutta la zona, nonostante l’ora tarda, vi erano numerosissimi altri giovani, costretti, loro malgrado, ad assistere all’esecuzione particolarmente efferata del delitto, con evidente pericolo anche per la loro incolumità.

Secondo la ricostruzione degli investigatori, il movente potrebbe essere riconducibile ad un contrasto tra organizzazioni criminali, operanti   nel quartiere ”Pallonetto a S.Lucia” e zone limitrofe, per la gestione della commercializzazione della sostanza stupefacente. Sono in corso approfondimenti investigativi per la definizione della posizione del complice del minorenne destinatario della misura in IPM.

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