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giovedì, Aprile 25, 2024
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Ras del gruppo Salicelle sull’orlo della faida: i motivi che fermarono lo scontro

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Due ras erano pronti a scontrarsi per poter conquistare il predominio criminale nel rione Salicelle di Afragola. Questo dettaglio è emerso dall’ordinanza firmata dai magistrati del Tribunale di Napoli che tiene conto delle attività di indagine svolte dai carabinieri di Castello di Cisterna, dalla Squadra Mobile di Napoli e dalla Stazione carabinieri di Afragola. Dunque è stato svelato l’organigramma del clan delle Salicelle, articolazione del clan Moccia.

Al vertice c’erano  Nicola Luongo, alias Nicola ‘o killer attualmente detenuto, Vittorio Parziale e Giuseppe Sasso, detto ‘o Ninnili. Ricostruiti i vari livelli gerarchici del clan e i compiti dei singoli affiliati che si occupavano dello spaccio di droga, delle estorsioni, della detenzione e del porto abusivo di armi e munizioni ed altri reati. Le indagini partirono nel 2018 ed hanno interessato a fatti risalenti allo scorso luglio. Dunque è stata documentata come dall’ottobre 2020 all’interno del gruppo sia iniziato un periodo di forti frizioni tra Parziale e Sasso, analogamente alla faida interna dell’aprile 2014 combattuta tra Nicola Luogo e Mariano Barbato.

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LA PAURA DELLA GUERRA

I rapporti difficili tra Parziale e Sasso sono tenuti sotto controllo solo grazie al continuo timore di far scoppiare una nuovo guerra ad Afragola, conflitto che avrebbe potuto danneggiare gli affari del clan. Il momento più critico si registrò nel luglio 2022 quando ci fu un summit vicino Cardito al quale parteciperanno i principali esponenti delia criminalità organizzata locale, tra i quali lo stesso Sasso.

Le ricostruzioni evidenziano come gli equilibri si siano definitivamente incrinati determinando una situazione di estremo pericolo di vita per tutti indagati, essendo chiaro, anche grazie alla conclamata disponibilità di armi, come sia stato imminente uno scontro armato tra gli esponenti del gruppo delle Salicelle per conquistare il monopolio esclusivo della attività del clan.

Nell’ordinanza sono confluite anche le indagini dalla Compagnia dei carabinieri di Casoria e della stazione di Afragola che permettono di capire l’evoluzione dei rapporti tra Sasso e Parziale dall’ottobre 2018, la gestione delle attività di spaccio e la significativa disponibilità di armi sin da allora e infine di registrare i primi scontri risalenti al 2019.

LO SCONTRO BARBATO- LUONGO

Tra gli anni 2014 e 2015 il rione Salicelle era diviso in due sotto-gruppi criminali, i Luongo e i Barbato, che continuavano ad operare sotto l’egida del clan Moccia. Il reggente Mariano Barbato, attualmente detenuto, rivolgendosi ai propri sodali affermava in una intercettazione “questa è la lista che mi ha dato lui…”. Chiaro era il riferimento alle direttive ricevute dai senatori con indicarono gli estorti assegnati e la destinazione dei soldi al mantenimento di affiliati liberi e detenuti.

Barbato puntava ad una maggiore autonomia rispetto alle direttive degli storici reggenti del clan Moccia soprattutto in merito al traffico di droga, mentre Luongo era propenso all’incondizionata obbedienza alle regole storiche e ai capi indiscussi. Le tensioni tra i due capi-gruppo portò ad una violenta guerra caratterizzata dalla stagione delle bombe contro i commercianti.

LE MISURE CAUTELARI

La Direzione Distrettuale Antimafia contesta alle 6 persone arrestate i reati di associazione di tipo mafioso e porto e detenzione illegale di armi da guerra e comuni da sparo e relativo munizionamento. Le misure cautelari emesse dai sostituti procuratori del Tribunale di Napoli riguardano sei persone, tutte con precedenti: Giuseppe Sasso, 26 anni, Vittorio Parziale, 31 anni, Adriano Laezza, 25 anni, Vincenzo De Pompeis, 27 anni, Luca D’Auria, 22 anni e Raffaele Nobile, 44 anni.

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.
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