22.7 C
Napoli
mercoledì, Giugno 26, 2024
PUBBLICITÀ

I legali e gli amici dei fratelli Marrandino al killer: “Dica tutta la verità”

PUBBLICITÀ

“Dica tutta la verità, fino in fondo. Non ci fermeremo fino a quando non sapremo perché i due nostri amici sono morti”. A parlare sono l’avvocato Luigi Poziello ed il collega, amici di Claudio e Marco Marrandino, i due ragazzi brutalmente assassinati sabato scorso all’uscita dell’asse mediano. Il killer, Antonio Mangiacapre, ha confessato, dicendo di aver sparato colto da impeto per motivi di viabilità (leggi qui l’articolo), ma i legali vogliono sapere tutto: “Ci hanno portato via un amico esemplare, quando abbiamo saputo la notizia eravamo senza parole. Mai ci saremmo aspettati tutto questo, abbiamo fatto fatica a capire quali siano i collegamenti tra due persone pure e belle come Marco ed il fratello con questa persona. E’ tutto assurdo”, dicono gli amici e legali. “Chi ha visto qualcosa parli, collaborate con la giustizia. Meritano giustizia. Lo hanno ammazzato come l’ultimo dei criminali, non ci sappiamo dare una risposta, non capiamo perché?”-.

Mangiacapre confessa il duplice omicidio Marrandino: “Lite per viabilità, mi hanno offeso”, ma la sua versione è piena di lacune

Ieri è stato il giorno del lutto a Cesa dove la comunità si è riunita in preghiera per ricordare Marco e Claudio Marrandino, i due fratelli di 39 e 29 anni uccisi sabato pomeriggio, all’uscita dell’Asse Mediano. Per onorare le due vittime una veglia di preghiera, lutto cittadino proclamato dal sindaco e sospensione dei festeggiamenti per San Cesario martire, patrono della cittadina, che ricorrono a fine giugno.

PUBBLICITÀ

Un omicidio quello dei fratelli Ferrandino, di cui non è ancora chiaro il movente a detta dello stesso procuratore di Napoli nord.
Al momento resta in stato di fermo Antonio Mangiacapre (difeso dall’avvocato Paolo Caterino) l’operaio di 55 anni incensurato, anche lui come le vittime originario di Cesa. Il fermo è stato convalidato, resta rinchiuso nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. A suo carico acquisiti gravi indizi di colpevolezza, tenuto conto dell’inequivoco riconoscimento da parte dei carabinieri, intervenuti poco dopo la sparatoria, e del suo tentativo di fuga. Oltre al duplice omicidio, c’è anche l’accusa di porto e detenzione abusiva di armi da sparo. A casa del sospettato sono state ritrovate armi e munizioni, tra cui un fucile a canne mozze modificato e con matricola abrasa e una pistola semiautomatica detenuta.

Fissata l’autopsia

Il pubblico ministero ha nominato il proprio consulente per l’autopsia  sui corpi di Marco e Claudio, che si svolgerà giovedì all’istituto di Medicina Legale di Giugliano in Campania. Sarà il dottor Francesco Vestini ad eseguire l’accertamento. Il consulente, si legge nell’atto di nomina, dovrà far luce sulle cause, il momento e i mezzi che hanno provocato la morte dei due fratelli. All’autopsia potrebbero partecipare anche consulenti nominati dai legali della famiglia Marrandino – Luigi Poziello, Luigi Marrandino, Dario Carmine Procentese, Giuseppe Laudante – e del 43enne indagato.

La versione del killer

Il gip Vincenzo Saladino, del tribunale di Napoli Nord, ha convalidato il fermo eseguito dai carabinieri su disposizione della Procura. In sede di interrogatorio, l’operaio 43enne ha confermato di aver premuto il grilletto in seguito ad una lite per questioni di viabilità. Mangiacapre, smentendo le prime dichiarazioni rese subito dopo il fermo, ha detto che è stato lui a sparare dopo aver ricevuto offese dai due soggetti per questioni di viabilità. Il primo colpo sarebbe partito “accidentalmente”, poi avrebbe perso la testa continuando nella fase omicidiaria, scappando inoltre dai militari che lo avevano visto. Insomma Mangiacapre ora si autoaccusa ma afferma che ha fatto tutto senza sapere chi fossero i due.

Una versione che non convince per niente gli inquirenti che proseguono nelle indagini. Sotto chiave sono finiti i cellulari, sia delle vittime sia dell’assassino, da cui potrebbero emergere contatti, fino ad ora non accertati. Insomma si indaga sul movente, ancora non del tutto chiarito.

Nel video che riprende la scena del duplice delitto, infatti, si notano sì le due auto una di fronte all’altra ma non sembra esserci alcun contatto tra i due veicoli tanto da far presagire una lite per viabilità. Poi la scena si svolge in pochi attimi, nemmeno il tempo di ricevere le presunte offese, Mangiacapre ha impugnato la pistola, che portava con sè quasi sempre, così come ha dichiarato nell’interrogatorio, e non ci ha pensato due volte a sparare prima a Claudio e poi a Marco. Insomma ci sono tanti, troppi punti oscuri nella sua ricostruzione.

La ricostruzione degli inquirenti

Dalla dinamica, secondo una prima nota della Procura di Napoli Nord, ciò che è emerso è che i militari, avvicinandosi a due auto ferme per comprendere la natura del diverbio, hanno assistito a una scena drammatica. Antonio Mangiacapre, un operaio di 53 anni, è sceso improvvisamente dalla sua auto e, avvicinatosi al lato passeggero dell’altra vettura, ha afferrato uno dei fratelli Marrandino, estraendo una pistola e sparando numerosi colpi, colpendo Claudio Marrandino alla testa. Subito dopo, Marco Marrandino, avvocato, è rimasto colpito alla schiena mentre tentava di fuggire. Nei confronti del 53enne è stato emesso il fermo, “acquisiti gravi indizi di colpevolezza sul suo conto, tenuto conto dell’inequivoco riconoscimento da parte degli agenti operanti e del pericolo di fuga palesato”.

PUBBLICITÀ
PUBBLICITÀ

RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.

PUBBLICITÀ

Ultime Notizie

Spari in strada a Napoli, 17enne centrato da 3 colpi di pistola

Oggi in tarda mattina un 17enne è stato ferito a colpi d'arma da fuoco in via San Liborio, a...

Nella stessa categoria

PUBBLICITÀ