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martedì, Aprile 23, 2024
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I parenti di Alessio e Simone: “Via da qui, chiediamo e pretendiamo giustizia”

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La bara bianca stracolma di rose aveva appena fatto il suo ingresso in una chiesa gremita a Vittoria (Rg). Erano arrivate oltre tremila persone per dare l’ultimo saluto in lacrime e rendere omaggio al piccolo Alessio, 11 anni, falciato da un Suv giovedì sera mentre stava giocando davanti alla sua casa. Ad un tratto tra i volti straziati dei presenti pietrificati durante l’orazione funebre ecco irrompere l’altra notizia che ha reso ancora più drammatica la funzione religiosa: Simone, 12 anni, l’altro cuginetto investito, è morto.

La chiesa di San Giovanni si ammutolisce, il passaparola fa scattare un pianto collettivo. Non nasconde la sua emozione il vescovo di Ragusa Carmelo Cuttitta. «Quando ho saputo di questa tragedia – dice monsignor Carmelo Cuttitta – non ho trattenuto le lacrime, lo confesso». Da venerdì mattina il dodicenne, che aveva perso le gambe, quasi del tutto tranciate nel terribile impatto, era ricoverato nel reparto di terapia intensiva neonatale del policlinico di Messina dove era stato trasferito con in elisoccorso. «Al suo arrivo avevamo già giudicato le sue condizioni gravissime. Abbiamo tentato in tutti i modi di salvarlo, ma ogni terapia non è bastata a farlo rimanere in vita. Siamo rammaricati», afferma Eloise Gitto, direttrice del reparto.

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Alla guida del Suv quella calda sera estiva c’era Rosario Greco, 37 anni, adesso accusato di omicidio stradale aggravato, di omissione di soccorso, guida in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, che è stato arrestato. «Oggi Alessio è con noi – ha detto monsignor Cuttitta – e lo sarà sempre. Il suo sacrificio non resti vano». Non riesce a trattenere il dolore straziante Alessandro D’Antonio il padre di Alessio a chiusura delle orazioni funebri per il figlio, che non poteva essere salvato, come ha accertato l’ autopsia eseguita anche per verificare se ci sono stati ritardi nei soccorsi. L’uomo dice a gran voce: «lascerò Vittoria. Dopo questa tragedia non riesco più a vivere in questa città». Ma allo stesso modo ammonisce con forza: «Chiedo e pretendo giustizia per mio figlio».

 

È distrutto Alessandro D’Antonio il padre di Alessio a chiusura delle orazioni funebri per il figlio, travolto e ucciso da un Suv mentre giocava davanti casa con il cuginetto deceduto anche lui stamane: «Lascerò Vittoria. Dopo questa tragedia non riesco più a vivere in questa città». L’uomo arriva sull’altare stremato, senza più lacrime ma ha la forza di gridare la sua rabbia. «Non riesco più ad entrare nella mia casa. Chiedo e pretendo giustizia per mio figlio». Alla guida del Suv c’era Rosario Greco, 37 anni, accusato di omicidio stradale aggravato, di omissione di soccorso, guida in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, che è stato arrestato.

Chiesa stracolma. Tutta la città di Vittoria, nel ragusano, ha reso omaggio al piccolo Alessio, 11 anni, falciato da un Suv giovedì sera mentre stava giocando davanti alla sua casa. Nella Chiesa di San Giovanni c’erano più di tremila persone che hanno voluto testimoniare vicinanza e affetto alla famiglia della piccola vittima e per dire no alle scorribande di criminali che hanno spento la vita di un ragazzino di 11 anni. A celebrare la messa il vescovo di Ragusa Carmelo Cuttitta che ha ricordato l’insegnamento che la morte di Alessio potrà dare. «Oggi Alessio è con noi – ha detto il Vescovo – e lo sarà sempre. Il suo sacrificio non resti vano».
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