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sabato, Giugno 28, 2025
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Il bambino deve fare la chemio, i compagni di classe si rasano per solidarietà: «Non sei solo»

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Un bambino di appena 11 anni, che ha scoperto di avere la leucemia, dovrà affrontare la chemioterapia e perdere inevitabilmente i capelli. Il suo migliore amico, però, ha deciso di non lasciarlo solo ed ha convinto tutti i compagni di classe a rasarsi i capelli per mostrare la loro vicinanza.

Una bellissima storia di amicizia e solidarietà, quella che arriva da Madrid ed è raccontata da Carlos Alsina, inviato della radio Onda Cero. David T., prima di iniziare le cure, ha deciso di tagliare i capelli, destinati a cadere con la chemioterapia. Insieme a lui, nel salone di un barbiere, c’era il migliore amico, Noah, ma non solo: a sorpresa, il bambino aveva portato con sé anche gli altri compagni di classe. «Vogliamo che non si senta solo e abbiamo deciso anche noi di tagliarci i capelli, per dimostrargli che non succede nulla a non averli», spiegano i bambini protagonisti di questa vicenda.

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A gruppi di tre, questi bambini si sono fatti rasare la testa, insieme al loro amico e compagno di classe che dovrà affrontare un percorso difficile e delicato per chiunque, a maggior ragione per chi ha solo 11 anni. «Avere i capelli rasati non è poi così male, anche se si sente molto freddo» – raccontano i compagni di classe di David – «Ci siamo tagliati i capelli per un buon motivo, anche i nostri genitori hanno pensato che fosse un’ottima idea, ci hanno detto che erano felici di vederci così vicini a lui».

Il barbiere, commosso dalla vicenda di David e dei suoi amici, ha anche deciso di offrire il taglio a questi bambini: «Come posso farli pagare? Sono io dovrei pagare per questo, per me è un vero spettacolo e una lezione di vita». Intanto, a pochi giorni di distanza dalla ‘rasatura di massa’ fatta insieme agli amici, David ha fatto il suo ingresso in ospedale e iniziato le cure per la leucemia: in segno di ringraziamento, il piccolo ha fatto recapitare ai suoi compagni di classe alcuni pupazzi della giocoterapia.

Per qualche tempo, David e i suoi amici dovranno affrontare una lontananza forzata. Che però è fisica e non simbolica: «Lo aspettiamo qui a scuola, deve farsi forza perché supererà tutto questo. Non è solo, non vediamo l’ora di rivederlo a scuola tutti i giorni».

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