Un impero economico fondato sulla cocaina. Una sorta di monopolio per il mercato europeo che lo aveva reso il trait d’union tra i narcos del Sud America e i clan di camorra. Questo quanto costruito in oltre 20 anni di imprese criminali da Raffaele Imperiale, l’ex narcos che da qualche settimana ha deciso di passare dalla parte dello Stato. Tra i clan con cui era in affari spicca il rapporto privilegiato soprattutto con gli Amato-Pagano e, come ribadito dallo stesso Imperiale, con Raffaele Amato ‘a vicchiarell. Rapporto che è stato anche sul punto di incrinarsi irrimediabilmente come ribadito dallo stesso Lello Ferrarelle: “Rispettavo solo Raffaele Amato che mi ha scritto anche due volte, quando stavo detenuto a Cagliari, ho risposto solo alla prima lettera. Tutto nacque quando furono arrestati i più grandi e ricordo che zia Rosaria Pagano mi disse, a fronte di una perdita, che “ci hanno rubato 100 chili”. Io le dissi “vi hanno rubato” e da quel momento capii che non mi potevo più fidare”.
Poi gli inediti retroscena sulle leadership avvicendatisi negli anni:”Tra i reggenti che si sono succeduti il migliore, il più affidabile, è stato Marco Liguori. Ricordo che in un’occasione, proprio per chiarificare i rapporti con i vertici degli Amato-Pagano, feci una chat, cui invitai a partecipare Daniele, Peppaccio Cipressa e Fortunato Murolo. Murolo in quel periodo era stato appena scarcerato e mi aveva chiesto 100 chili di cocaina a credito, ma io davanti a tutti gli dissi che non potevo dare la merce a credito. Vi furono momenti di tensione, anche con Marco Liguori, e dissi che non volevo più avere a che fare con loro. Gli dissi che non vendevo solo a loro ma a tutta Napoli”.
“Solo successivamente, ho riallacciato i rapporti con loro, ma non acquistavano grandi quantità, bensì massimo 25 /30 kg. di cocaina al mese (in media)”.
