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mercoledì, Aprile 24, 2024
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Impianto ecoballe a Ponte Riccio, il Tar rigetta il ricorso. Il comitato Kosmos: «Non ci arrendiamo»

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Rigettato il ricorso al Tar, ma il Comitato Kosmos non molla la presa. La sentenza del tribunale amministrativo ha colpito Giugliano e Qualiano come un fulmine a ciel sereno. In località Ponte Riccio di Giugliano potrà proseguire la realizzazioni di impianti di recupero di materia e valorizzazione dei materiali stoccati nelle cosiddette ‘ecoballe’. Il ricorso per l“Acquisto Area ex centrale Turbo Gas dell’Enel Produzione S.p.a. in Giugliano in Campania” vedeva uniti gli enti comunali di Qualiano e Giugliano oltre al comitato ambientalista Kosmos.

La reazione del Comitato Kosmos

Il Comitato Kosmos è deciso a non mollare la presa nonostante sia stato rigettato il ricorso al Tar. La decisione ha diffuso tanta rabbia, ma gli attivisti vanno avanti. Pasquale Pennacchio ha commentato: “C’è un po’ di rammarico ma di base eravamo consapevoli che potesse essere questo l’esito del ricorso, perché la questione è molto controversa. La questione sembra che si sia giocata tutta sulla definizione di impianto finale ed impianto parziale. Per andare avanti al Consiglio di Stato è necessario che il Comune di Qualiano presenti il ricorso e altrettanto faremo noi”. 

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Le motivazioni della sentenza

La sconfitta al Tar risuona nel territorio di Giugliano e Qualiano. Nella sentenza si legge: “L’impianto in questione non può essere equiparato ad un sito di smaltimento ‘finale’. Ma è volto al recupero di materia, cioè assolve ad una funzione di “pretrattamento”. Proprio al fine di rendere la fase di smaltimento finale meno nociva per l’ambiente”. Riguardo la locazione: “Nella gravata delibera regionale n. 570/2018 l’amministrazione ha reso adeguata motivazione sulle ragioni della scelta. Questa è caduta su un’area risultata idonea alla ubicazione dell’impianto all’esito di indagini di natura geologica, geotecnica e di verifica preventiva dell’interesse archeologico. Nonché sulla base dello studio preliminare sull’impatto ambientale”. Quanto alla presunta inidoneità “dall’esame delle deduzioni difensive dell’Enel e della relativa documentazione è emerso che il sito in esame ha costituito oggetto di un piano di caratterizzazione trasmesso ed approvato con prescrizioni dal Ministero dell’Ambiente, con indagini validate dall’Arpac”.

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