“Bisogna tutelare le banche dati, non solo quella deL Dna, ma tutte quelle che hanno atti giudiziari”. Lo ha detto il procuratore di Perugia Raffaele Cantone in audizione in Commissione Antimafia sul caso dell’inchiesta di Perugia. Cantone ha affermato che quelli dell’inchiesta sono “numeri molto più preoccupanti di quelli emersi, inquietano, sono mostruosi”.
A riportare le parole del procuratore, l’AdnKronos.
Inchiesta sul dossieraggio, le parole del procuratore di Perugia Raffaele Cantone
“In questi mesi, da quando è uscita la prima notizia – continua il procuratore –, come procura di Perugia abbiamo fatto atti delicatissimi, abbiamo sentito per due volte il ministro della Difesa che va ringraziato per la sua scelta di rivolgersi all’autorità giudiziaria”, spiega aggiungendo che in questo modo ha consentito di “far uscire questo verminaio”.
“Il mercato delle sos non si è affatto fermato”, ha spiegato, sottolineando che le ricerche sono proseguite anche dopo che ci fu la fuga di notizie sull’inchiesta. “La vicenda è oggettivamente molto grave, il numero di accessi fatti è eccessivamente elevato e rende evidente che in 4 anni gli atti consultati sono tantissimi”, ha aggiunto Cantone, che ha spiegato: “Laudati ha detto che intende rendere dichiarazioni e lo aspettiamo”.
“Quella effettuata da Striano – continua il procuratore di Perugia – è una ricerca spasmodica di informazioni su una serie di soggetti che spesso si è limitata a quella richiesta di informazioni, non spetta a me dire se è dossieraggio”. Cantone ha quindi ricordato che qualcuno ha detto che la procura di Perugia ha smentito la presenza di un dossieraggio e precisato che in questi giorni “la procura non ha parlato con nessuno”.
Otto i giornalisti indagati
I giornalisti indagati in totale sono otto. Oltre a Giovanni Tizian, Stefano Vergine e Nello Trocchia, una di loro sarebbe presente negli elenchi dell’Ordine dal 2007. Gli altri non sarebbero iscritti. Il Giornale pubblica le loro iniziali: G.S., D.C., S.V., R.N. Sono accostati in concorso di reato con Striano in qualità di giornalisti richiedenti informazioni. Non è chiaro con quali testate abbiano collaborato, mentre secondo la procura online non c’è traccia della loro attività.
Secondo la ricostruzione di Cantone a volte erano i giornalisti a chiedere informazioni al luogotenente, altre era il finanziere a effettuare accessi per suo conto e a fare girare le informazioni. Domani si è difeso facendo notare che l’inchiesta di Perugia non parla di dossieraggio contro politici e che gli atti che i cronisti hanno ricevuto sono ordinanze, avvisi di chiusura indagine e non le SOS.