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sabato, Aprile 20, 2024
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«Lo devo uccidere, mi devo fare 30 anni», le minacce agli Esposito prima della bomba

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Prima della bomba contro l’abitazione della famiglia Esposito ci sono stati due episodi ai loro danni che confermano il clima di intimidazioni che i titolari di ‘Pizza e Pummarola’ subivano da tempo. Due raid che avallano ancora di più l’ipotesi che la bomba carta fatta esplodere lo scorso 16 gennaio in via Tribunali non era diretta contro la pizzeria di Gino Sorbillo ma contro la famiglia che abita nello stesso stabile dove, al piano terra, è ubicata la pizzeria. E’ il 15 gennaio quando Marco De Martino (uno dei tre fermati insieme ad Antonio Iodice e Pietro Perez) si presenta a casa di Giuseppe Esposito e della moglie chiedendo loro il pagamento di una rata estorsiva, dallo stesso non quantificata. Successivamente a quanto denunciato il 9 marzo, in cui la moglie dell’uomo indicava in lodice il mandante della richiesta estorsiva, la stessa, nel corso delle dichiarazioni alle forze dell’ordine chiariva che De Martino aveva avanzato la richiesta estorsiva a nome di Pierpaolo (Perez Pietro) scontrandosi fisicamente con il genero che lo cacciava via dal palazzo facendolo finire per le scale. Quella stessa notte la famiglia Esposito veniva svegliata dall’esplosione di colpi di arma da fuoco contro la propria abitazione. Il giorno dopo vi sarebbe stata la famosa bomba in origine destinata proprio al balcone della famiglia Esposito che affaccia su via Tribunali.

Gli uomini del racket non demordono: si arriva al fatidico 9 marzo quando la donna decide di denunciare tutto. Accade qualcosa che riempie il vaso della tolleranza e della pazienza: Antonio Iodice, il baby ras di via Oronzio Costa, arriva alle mani con il genero della donna che gli fa uscire il sangue dal naso. Come raccontato dalla stessa donna:«A quel punto Iodice si metteva sullo scooter e minacciando di uccidere mio genero, si allontanava insieme agli altri complici, rimasti nel frattempo in disparte. Andandosene Iodice mi diceva ‘ROSÈ, LO DEVO UCCIDERE A TUO GENERO, CON TUTTI I SUOI FIGLI, DEVO PRENDERE 30 ANNI DI CARCERE’»

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