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giovedì, Aprile 25, 2024
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«La Masseria intervenne per Giannelli», i rapporti tra il ras di Cavalleggeri e Secondigliano

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C’è anche un raid con le bombe tra gli episodi contestati al ras di Cavalleggeri d’Aosta Alessandro Giannelli. Un raid contro l’abitazione del ras Agostino Monti per contrasti sorti con lo stesso Giannelli nel mondo della droga, raid che portò all’intercessione dei clan di Secondigliano a favore del ras di Cavalleggeri. A raccontare ai magistrati quell’episodio il collaboratore di giustizia Gianluca Noto, ex sodale dei D’Ausilio di Bagnoli. «Riguardo ai rapporti tra la famiglia Monti e Giannelli, ho saputo dei loro contrasti direttamente da Agostino Monti e dalla moglie. Quando ero agli arresti domiciliari a Giugliano ebbi a riceverli a casa mi su richiesta di Dario De Felice convivente di Tiziana Monti figlia di Agostino che viveva a Giugliano in via Marchesella. Il Monti Agostino mi raccontò che gli avevano messo una bomba nel balcone della sua abitazione. La moglie mi fece vedere il video dal telefonino su cui erano registrate le immagini delle persone che scavalcavano il cancello della villetta, riscendevano dal balcone. Si udiva anche il boato e si vedeva inoltre Marco Battipaglia mentre faceva il palo fiori alla villetta. La signora mi disse che alla Polizia aveva detto che le telecamere della villetta erano spente. Il tutto era nato dal fatto che Monti Anna figlia di Agostino aveva denunciato con il compagno di Afragola il Giannelli e gli altri per una estorsione commessa ai danni di una donna brasiliana che aveva in locazione una loro abitazione. Il Giannelli voleva che la Monti Anna ritirasse la denuncia, Agostino Monti mi disse che era stato anche chiamato dalla Masseria Cardone per questa ragione».

Il raid di Giannelli contro l’abitazione dei Monti

Contrasti sorti indirettamente a causa della morte del ras Rodolfo Zinco, ucciso per volere proprio di Giannelli così come spiegato dallo stesso Noto (leggi qui l’articolo relativo all’omicidio):«Monti pagava una quota a Zinco. Morto Zinco iniziò a pagare 500 euro al mese a Giannelli. Dopo un po’ Giannelli ne pretendeva 2mila euro e chiedeva uno-due pacchi di cocaina al mese ad Agostino Monti. Agostino Monti mi raccontò anche che una volta mentre il cancello della sua villetta era aperto vide passare su un mezzo il Finto Roberto ed il Giannelli e sparò con la pistola che aveva con se’, colpendo alla spalla il Finto, mentre il Giannelli si rifugiò a piedi nel supermercato che si trova nei paraggi.  In seguito, due o tre giorni prima dell’arresto del Giannelli, il quale era latitante per l’estorsione di Pianura, Antonio D’Ausilio che in quel momento era a casa mia, ordinò, come ho già riferito, di incendiare il bar del padre di Alessandro Giannelli. E di sera dopo la chiusura dei negozi. Il Giannelli Alessandro ritenne che commettere l’incendio erano stati i Monti e per questa ragione andò a sparare con un kalashnikov contro la villetta dei Monti».

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