Due giorni dopo la tragedia di Forio d’Ischia, in località Cuotto, l’isola resta avvolta nello sgomento. L’incredulità lascia spazio alla consapevolezza: non un raptus improvviso, ma una missione di morte pianificata con precisione.
Protagonista della strage è Antonio Luongo, 71 anni, ex operatore ecologico in pensione e originario di Pianura. L’uomo, incapace di accettare la separazione dalla moglie, ha covato per anni un rancore profondo, fino a trasformarlo in un piano omicida.
L’agguato
Luongo sapeva che in quei giorni a Ischia si trovavano la sua ex moglie Lyudmyla Velykgolova (42 anni, di origini ucraine), il nuovo compagno Nunzio Russo Spena (49, operaio di Pomigliano d’Arco) e l’ex suocera Zinoviya Knihnitska (62, casalinga).
Arrivato sull’isola, ha noleggiato un’auto a Casamicciola e si è diretto verso Cuotto. Madre e figlia lo avevano notato e, temendo il peggio, avevano chiamato i carabinieri. Quando i militari sono giunti sul posto, però, Luongo si era già dileguato. Poco dopo, Lyudmyla ha presentato la prima denuncia formale contro l’ex marito.
La strage
Nel tardo pomeriggio il 71enne è tornato in via Provinciale Panza. Ha prima forato uno pneumatico dell’auto dei familiari per impedirne la fuga, poi ha estratto una Beretta clandestina con matricola abrasa.
A cadere sotto i colpi sono stati subito l’ex suocera e il nuovo compagno della moglie. Lyudmyla ha tentato disperatamente di salvarsi correndo in un vicolo, ma l’uomo l’ha raggiunta e le ha sparato sei colpi, tre dei quali al petto. Subito dopo si è tolto la vita con la stessa arma.
La corsa in ospedale
Trasportata d’urgenza al Rizzoli di Lacco Ameno, la 42enne è stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico, quindi trasferita prima a Pozzuoli e poi al Cardarelli di Napoli. Le sue condizioni restano gravissime: lotta tra la vita e la morte.
Un’isola ferita
La comunità ischitana è sconvolta. Un ferragosto di festa si è trasformato in un incubo, e ora l’isola intera attende notizie dal Cardarelli, con la speranza che il bilancio di questa strage non diventi ancora più pesante.