Prima di dichiararsi guerra a vicenda gli Abete-Abbinante e la Vanella Grassi, di concerto con i Leonardi e i Marino, decisero di cacciare gli Amato-Pagano da Secondigliano. Era il 2011-2012. A raccontare quei particolari è stato il collaboratore di giustizia Mario Pacciarelli che ha raccontato ai magistrati antimafia che Rosario Guarino rispamiò la vita a Giosuè Belgiorno, detto Giosuè il piccolo, Salvatore Barbati (poi ucciso) detto Totore mezanotte e Carmine ‘Ruorm ruorm’ fedelissimo di Raffaele Amato junior nonchè suo guardaspalle. Dopo averli picchiati, a Barbati fu rotta la testa con il calcio di una pistola, Rosario Guarino disse: “Porta l’ambasciata a Melito, ché noi non uccidiamo gli affiliati come Voi prendiamo solo i cognomi.”. Prima di tale gesto, un vero e proprio atto di sfida, Mennetta e i suoi si accordarono con Arcangelo Abete in un summit a Milano.
«Mennetta spiegò agli Abete-Abbinante quanto gli Amato-Pagano erano stati vigliacchi nei confronti della nostra famiglia, gli Abete-Abbinante gli davano ragione e Mennetta disse loro: dobbiamo stare sotto questi Moccusilli? Pippet (Giuseppe Montanera) disse: Fermiamoci, parliamone con lo zio, intendendo Abete Angioletto. Pippett aggiunse che loro avrebbero già voluto attaccare Melito ma si erano trattenuti a causa della Vinella che era ritenuta potente clan con killer spietati…Dopo tre giorni si partì per Milano, dove stava Abete e non poteva allontanarsi da lì; partimmo io, Rosario Guarino, Ciro Barretta, con la Clio blu di Magnetti, su una Mini Cooper bianca Pippetto e Roberto Manganiello. Arrivati a Milano, pagato il pedaggio al casello, Guarino salì sulla Mini Cooper con Pippetto e Manganiello, noi con la Clio li accompagnammo al palazzo di Abete nella periferia di Milano ma né io né Barretta salimmo, mentre Guarino, Manganiello e Pippetto salirono dallo Zio. Finito l’incontro, Guarino torna in auto con noi e sulla strada del ritorno ci racconta che anche Abete era d’accordo di fare il passo contro gli Amato-Pagano insieme a noi della Vanella e ai Leonardi e ai Marino»
Per sancire quell’accordo il primo passo fu quello di dividersi le Case dei puffi, una delle piazze più redditizie di Scampia:«Andammo armati io, Alessandro Grazioso, Ciro Barretta, Gennaro Lucarelli, Antonio De Vita, Arcangelo Abbinante, Rosario Guarino; stavamo sui ballatoi dei Puffi e all’improvviso vennero Carmine ‘ruorm ruorm’, fedelissimo di Raffaele jr, Giosuè e altri. Stavano portando le armi per mettersi in posizione sui Puffi per difenderli da noi. Quando ci videro e puntammo loro le armi addosso da sopra il ballatoio, rimasero fermi; scesero Mezzanotte, Aruta e Pilotino e tolsero loro le armi e li presero e li portarono sopra al ballatoio; a Carmine e a Giosuèil piccolo Totore Mezzanotte spaccò la pistola in testa e loro erano sanguinanti. Fu Giò Banana a non farli uccidere; li mandarono a Melito così: Guarino disse a Giosuè: “Porta l’ambasciata a Melito, ché noi non uccidiamo gli affiliati come Voi prendiamo solo i cognomi. Così ci prendemmo i Puffi”».