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venerdì, Aprile 19, 2024
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Lacrime ma di gioia a Napoli, mamma abbraccia il figlio neonato 15 giorni dopo il parto

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Rachel Y.L., la ragazza di origine cubana costretta a stare lontana dal figlio perché positiva al Covid, ha riabbracciato finalmente il suo bambino. La 24enne, seguita costantemente in questo periodo complicato dagli attivisti del centro “Sgarrupato’’ del quartiere Montesanto, è risultata negativa al nuovo test con il tampone effettuato però privatamente a domicilio venerdì dai sanitari di un centro all’Arenella. Una scelta, quella di affidarsi ad un centro privato, a tutti gli effetti obbligata mossa dal solo obiettivo di ridurre i tempi del responso.

È chiaro a tutti come, ancora oggi, la struttura sanitaria pubblica dell’Asl sia fortemente in difficoltà nel dare risposte tempestive ai sospetti pazienti Covid. Il responso tanto atteso da Rachel è arrivato nel tardo pomeriggio di sabato: Coronavirus scomparso e successiva corsa nella giornata di domenica al Secondo Policlinico per abbracciare D. dopo ben 15 giorni di lontananza forzata.  La storia con protagonista la ragazza nata a Cuba era stata raccontata una settimana fa da InterNapoli.it. Rachel, in Italia da 2 anni, dopo aver messo al mondo D. il 1 novembre scorso, è risultata successivamente positiva al Covid. Nel lasso di tempo dal parto alla scoperta della positività per quasi 48 ore, la donna, stando quanto raccontato da lei, era comunque ricoverata al reparto di Ginecologia sentendosi in colpa per un possibile contagio delle altre mamme presenti nella stessa stanza (ma al momento non sono giunte notizie di altre positività). Solo nella serata del 2 novembre Rachel è stata trasferita nella sala Covid allestita al 4 piano del Policlinico con il bambino finito al nido del Policlinico.

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«Mi hanno portato alla sala Covid di Ginecologia dove però c’erano solo i ginecologi e nessun virologo, mi è sembrato strano. Intanto, sapevo poco delle condizioni di mio figlio» aveva raccontato Rachel. Dimessa dal Policlinico, la giovane di 24 anni ha passato i successivi giorni di isolamento a casa di un conoscente degli attivisti dello Sgarrupato in attesa di un nuovo tampone che la dichiarasse negativa. Anche D. è stato sottoposto a vari tamponi, tutti dall’esito negativo. Ora il peggio è passato e D. è tra le braccia di Rachel. La 24enne InterNapoli.it ha mostrato tutta la sua gioia parlando ad InterNapoli.  «Sono finalmente felice, dopo tanti giorni di angoscia ho mio figlio con me. L’ho allattato e fatto il primo bagnetto. In questo momento a me non importa della zona rossa, resterò a casa con D. e godermelo. Senza gli amici dello Sgarrupato non ce l’avrei mai fatta a resistere». Rachel, che ha inoltrato la domanda per vedersi accordato tramite sanatoria il permesso di soggiorno sul territorio italiano, sarà ospite nell’immediato futuro a casa di Oksana Oliynyk, tra gli attivisti dello Sgarrupato più vicine alla neomamma insieme alle consigliere municipali Bianca Verde e Angela Parlato, a Ester Sessa e Luigi Volpe.

«Ce l’abbiamo fatta, è stata una gioia vedere Rachel congiungersi con suo figlio. Noi dello “Sgarrupato’’ attraverso questa storia, vogliamo far capire che tante, troppe cose dal punto di vista sanitario e sociale non funzionano in questa città. Di casi come Rachel ce ne sono diversi e con l’emergenza che dilaga c’è il rischio che in tanti rimangano senza cure e assistenza» hanno affermato dal centro impegnato peraltro in queste settimane a distribuire pacchi alimentari agli indigenti in collaborazione con Emergency Napoli.

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