Vincenzo Confessore era a cena con la moglie in un ristorante di Mergellina quando venne catturato dagli agenti della Mobile di Salerno. Così nell’agosto 2023 venne arrestato il latitante Vincenzo Confessore. Il 47enne è ritenuto uno dei boss, insieme al fratello Daniele, del clan Fezza – De Vivo di Pagani.
L’uomo iniziò la fuga il 17 gennaio del 2023 quando si era sottratto all’esecuzione di un’ordinanza di misure cautelari nei confronti di 25 appartenenti della mala di Pagani. Confessore è ritenuto responsabile di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione aggravata dal metodo e dalle finalità mafiose, associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di droga.
I fiancheggiatori dell’ex latitante Confessore e i favori al boss
L’11 settembre del 2025 sono finiti in manette i fiancheggiatori dell’ex latitante nel maxi blitz che ha inferto un duro colpo al clan Fezza-De Vivo. Vincenzo Baselice e Alessandro Scarpati sono accusati di aver noleggiato due Honda Sh, usate poi da Confessore per spostarsi per le strade di Napoli. Vincenzo Petranovic e Alfonso Verziero sarebbero state le staffette per consentirgli spostamenti in sicurezza.
Sono 88 gli indagati nel blitz contro il clan Fezza-De Vivo
La Squadra Mobile di Salerno ed il Reparto Territoriale Carabinieri di Nocera
Inferiore hanno dato esecuzione a 2 ordinanze di custodia cautelare: la prima emessa dal G.I.P. del Tribunale di Salerno, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia; la seconda emessa dal Gip del Tribunale dei minorenni di Salerno, su richiesta della Procura della Repubblica per il Tribunale per i minorenni.
Sono complessivamente 88 gli indagati tra cui figurano boss e affiliati al clan Fezza-De Vivo, nonché di altre persone, inserite nel contesto delinquenziale di Pagani e delle aree vicine. L’operazione, che ha visto impegnate numerose unità operative della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri, con il supporto anche di elicotteri e di unità cinofile per la ricerca di armi e droga, si è estesa tra Pagani, base dell’organizzazione criminale, e altri comuni limitrofi di Salerno e Napoli.
Contestualmente il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Salerno ha eseguito
un decreto di sequestro preventivo di urgenza, emesso dalla Procura di Salerno, nei confronti di beni di valore, di vario genere, nella disponibilità degli indagati, non giustificati dai redditi.
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