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giovedì, Marzo 28, 2024
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Le mani dei Licciardi sugli ospedali di Napoli:«Erano in difficoltà per le ‘mesate’ ai carcerati»

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Trent’anni e più di malavita cancellati da una storica decisione. Quella dell’ormai ex boss del Vomero Luigi Cimmino di collaborare con la giustizia. Nei primi verbali Cimmino ha iniziato parlando dei rapporti con l’Alleanza di Secondigliano e in particolare con i Licciardi e i Mallardo. Dichiarazioni contenute nell’ordinanza che qualche giorno fa è stata eseguita a carico di Paolo Abbatiello, Gianfranco Leva e Raffaele Prota relativamente all’omicidio di Salvatore Esposito ‘Totoriello’ (leggi qui l’articolo). Rispondendo alle domande degli inquirenti Cimmino inizia chiarendo:«Mi chiedete se i Licciardi prendevano una quota delle attività estorsive consumate nella zona ospedaliera; vi rispondo che sicuramente prendevano una quota delle estorsioni alle ditte che fornivano il latte e a quelle che facevano le pulizie. Fin quando hanno pagato hanno preso anche una quota dell’estorsione della ditta American Laundry; in realtà sia i Licciardi che i mianesi prendevano il 50% dei proventi di tutte le estorsioni del Policlinico. Prima li prendevano i mianesi tramite Giulio De Angioletti poi è subentrata la Masseria Cardone». Quanto ai rapporti con l’Alleanza di Secondigliano:«Confermo che noi del Vomero eravamo subordinati ai Mallardo, ai Contini e ai Licciardi. È sempre stato così anche quando c’era Alfano, Ciccio Mallardo, Vincenzo Licciardi e Edoardo Contini da un punto di vista criminale sono sempre stati ‘un gradino superiore’».

L’incontro tra Cimmino e Abbatiello

Cimmino ha parlato di un incontro tenutosi con lo stesso Abbatiello a Cappella Cangiani: “Paoluccio pretese una quota dei proventi del- l’attività illecita al Policlinico poiché loro, i Licciardi, erano in difficoltà con il pagamento dello stipendio ai detenuti. Io gli dissi che avevo “prestato” la gestione e il controllo di dette attività ai Lo Russo, che pure dicevano di essere in difficoltà economiche per il pagamento delle “mesate” ai carcerati, e che quindi avrebbero potuto fare al 50 per cento con i “Capitoni”. Vi fu un primo incontro, poi informai Simioli su Abbatiello ed Esposito, che pure non conoscevo, e lui mi confermò che effettivamente appartenevano alla Masseria.
Volevano il 50 per cento degli introiti del Policlinico e che erano mandati da Maria Licciardi alla quale avrebbero versato la quota, mi dissero anche che si erano informati accertando che corrispondeva al vero che io avessi prestato e non ceduto ai mianesi la nostra quota del Policlinico”.

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