Ivanhoe Schiavone resta in carcere come stabilito dalla 12sima sezione del Riesame del Tribunale di Napoli. Dunque resta la misura cautelare emessa dal gip del Tribunale di Napoli nell’ambito dell’inchiesta della Dda partenopea ed eseguita dai carabinieri del nucleo operativo di Caserta sulla vendita di terreni.
Le accuse per il figlio di Sandokan riguardano riciclaggio, autoriciclaggio ed estorsione con l’aggravante del metodo mafioso in relazione alla vendita sospetta di due vasti terreni a Grazzanise per un valore complessivo di 500mila euro.
Il clan dei Casalesi è in crisi, il figlio di Schiavone a caccia di soldi
Il 16 luglio i militari dell’arma hanno notificato i provvedimenti tra Latina e Caserta e l’indagine riguarda due vasti appezzamenti di terreno del valore di 500mila euro che il boss Francesco Schiavone aveva intestato a un prestanome per evitare che gli venissero sottratti dall’ autorità giudiziaria. Alla morte del prestanome i terreni sono stati ereditati dai suoi figli, che decisero di affittarli a una terza persona.
Proprio a questa persona i due, con metodi camorristici, avrebbero imposto di rescindere il contratto di affitto e non avvalersi del diritto di prelazione, per consentirne la vendita a persone che loro avevano già individuato. Tutto per consentire a Ivanoe Schiavone di recuperare denaro di cui aveva bisogno. I terreni si trovano nei pressi dell’aeroporto di Grazzanise: sono stati sottoposti a sequestro preventivo.
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