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Licenziato perché timbrava il cartellino al posto dei colleghi, reintegrato dal Tribunale di Napoli

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“L’uomo non ha tratto nessun vantaggio illecito e dunque non esiste una giusta causa che possa valere un licenziamento“. Questa la decisione del Tribunale del Lavoro di Napoli in merito all’operaio licenziato dall’Eav (Ente Autonomo Volturno). L’uomo avrebbe fatto timbrare il cartellino ai colleghi o timbrato il cartellino per altri, svolgendo comunque il suo lavoro, motivo per cui la giustizia non ha sostenuto il licenziamento per giusta causa.

La vicenda dell’operaio licenziato dall’Eav

L’azienda aveva licenziato l’operaio dopo avergli contestato un uso improprio del badge. L’uomo, in almeno una decina di occasioni, aveva fatto timbrare il cartellino ai colleghi oppure avrebbe timbrato al posto loro. Un comportamento che aveva fatto scattare il licenziamento per giusta causa, ma contro il quale il lavoratore si era opposto.

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Oggi, il tribunale del lavoro di Napoli ha stabilito che l’azienda dovrà reintegrare l’operaio e risarcire il danno subito, in quanto, avendo comunque svolto il proprio lavoro senza ottenere “vantaggi illeciti”, non sussiste alcuna giusta causa per il licenziamento. Faremo appello. Se far timbrare il proprio badge da un collega, o scambiarsi il cartellino, non una volta ma più volte, non rappresenta una lesione del vincolo fiduciario tale da determinare il licenziamento, come può un’azienda chiedere ai propri dipendenti il rispetto delle regole?” ha scritto in una nota il presidente dell’Eav, Umberto De Gregorio.

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