Un 40enne è stato condannato a 3 anni e 4 mesi nel giudizio abbreviato. Era accusato di maltrattamenti ai danni della moglie e di violenza sessuale per aver portato il figlio minorenne da una prostituta. Per “iniziarlo” al sesso, nell’ipotesi della Procura, che aveva chiesto 8 anni. Come riporta la Stampa l’uomo era già finito in manette la scorsa estate in seguito alla denuncia della moglie, che lo accusava di averla umiliata e vessata fra le mura domestiche.
Il secondo addebito invece si deve all’esposto di una psicologa, che ha raccolto le confidenze del piccolo nella casa famiglia che lo ha accolto dopo l’allontanamento dai genitori, entrambi con problemi di tossicodipendenza. “Papà mi ha portato da una prostituta”, avrebbe raccontato durante un colloquio che è stato filmato integralmente, come prevede la policy della struttura. Proprio dopo aver visionato la ripresa audio-video, il gip ha disposto il rinvio a giudizio dell’uomo.
LA DIFESA: “ERA UN’AMICA”
La difesa, rappresentata dagli avvocati Basilio Foti e Luca Schera, sostiene che la psicologa abbia travisato le parole del bambino e che la donna coinvolta non fosse una prostituta, ma un’amica del padre che però non è stata mai identificata. Sarebbe stata lei, secondo la tesi difensiva, a toccare il piccolo sui genitali mentre si trovava in auto accanto al genitore. Per il pm Davide Pretti, invece, l’uomo voleva educare il figlio al sesso e per questo si era affidato a una squillo. Il gup però nei giorni scorsi ha pronunciato sentenza di condanna per entrambe le ipotesi di reato.
