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Niente detassazione sulla tredicesima di dicembre, brutte notizie per milioni di lavoratori

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Una Manovra senza anima, è stata descritta, ma anche una Manovra senza la promessa di una tredicesima più ricca per milioni di lavoratori. La legge di Bilancio 2026 non vedrà detassazione Irpef né il bonus di fine anno che lo scorso Natale aveva portato fino a 100 euro in più ai dipendenti con redditi medio-bassi.

Niente detassazione sulla tredicesima di dicembre, brutte notizie per milioni di lavoratori

Nel Documento programmatico di bilancio inviato a Bruxelles e nelle bozze della legge di Bilancio che stanno circolando, non si conferma quanto nei giorni scorsi era stato sperato. La mensilità aggiuntiva di dicembre sarà quella di sempre, ovvero tassata pienamente e senza agevolazioni. Le ipotesi di uno sconto fiscale sono saltate per mancanza di coperture.

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Ma questo si sapeva. La Manovra 2026 è prudente e piuttosto conservativa. La rinuncia pesa però sul piano politico. La tredicesima più alta era uno dei cavalli di battaglia di Forza Italia, che aveva chiesto una riduzione dell’Irpef o un’esenzione parziale per sostenere il potere d’acquisto delle famiglie, soprattutto in un periodo dell’anno molto dispendioso come quello delle festività natalizie. La linea del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, cioè quella della prudenza, ha però prevalso. La manovra infatti si presenta come “light”, con una spesa stimata di diciotto miliardi di euro. Le risorse si concentrano su altro, ovvero su Irpef, sanità e famiglie, lasciando indietro tutte quelle misure una tantum promesse.

Niente da fare, dunque, per il bonus tredicesima, che non è stato prorogato. Si trattava di un’agevolazione una tantum introdotta per i dipendenti con figli a carico e redditi medio-bassi fino a 28mila euro.

Il Governo aveva inoltre valutato diverse ipotesi per rendere più leggera la tassazione sulla tredicesima mensilità e fare così un favore a milioni di italiani durante il periodo delle festività. Ma le ipotesi sono state tutte quante scartate in nome di una Manovra più prudente e fatta di tagli, soprattutto di misure una tantum, in favore di poche e ampie misure o di promesse di spesa come quelle sulla difesa.

Come sarebbe stata detassata la tredicesima

Tra le ipotesi per una busta paga più corposa c’erano:

  • l’esenzione totale dell’Irpef, lasciando solo il contributo previdenziale del 9,19%;
  • l’imposta sostitutiva al 10%, come per i premi di produttività;
  • la riduzione della seconda aliquota Irpef dal 35% al 33%.

Tutte soluzioni che sono rimaste sulla carta. Perché scartare il sostegno alla tredicesima? La risposta arriva dai calcoli della Cgia di Mestre sulle tredicesime. Nel 2024 queste hanno generato 59,3 miliardi di euro lordi e circa 14,5 miliardi di Irpef. Rinunciare a una simile entrata non era possibile, soprattutto per rispettare gli obiettivi europei sul debito.

Antonio Tajani ha quindi commentato l’uscita della proposta dalla Manovra come “un’occasione solo rimandata” e promette di riproporla il prossimo anno. Nel frattempo i lavoratori dovranno però accontentarsi di una tredicesima standard e senza gratificazioni.

Come invece sarà tassata

Senza cambiamenti in vista, la tredicesima mensilità, prevista per tutti i lavoratori dipendenti e per i pensionati (ma non per gli autonomi), sarà tassata come ogni anno. Rispetto alla retribuzione ordinaria, è più tassata perché non beneficia delle detrazioni per lavoro dipendente o familiari.

Sulla mensilità aggiuntiva di dicembre si applicano sia i contributi previdenziali sia l’Irpef piena:

  • 23% fino a ventottomila euro;
  • 35% da ventottomila a cinquantamila euro (che nel 2026 scenderà al 33%);
  • 43% oltre i cinquantamila euro.

Il risultato è un netto inferiore di circa il 15-20% rispetto agli altri mesi. Per fare un esempio, per un lavoratore con 1.700 euro netti mensili, la tredicesima sarà di circa 1.400 euro netti.

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Nicola Avolio
Nicola Avolio
Giornalista pubblicista, mi sono avvicinato per la prima volta alla professione iniziando a collaborare con la testata "La Bussola TV", dal 2019 al 2021. Iscritto all'albo dei pubblicisti da giugno 2022, ho in seguito iniziato la mia collaborazione presso la testata "InterNapoli.it", e per la quale scrivo tuttora. Scrivo anche per il quotidiano locale "AbbiAbbè" e mi occupo prevalentemente di cronaca, cronaca locale e sport.
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