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sabato, Aprile 20, 2024
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No stacchi ai morosi delle bollette e bonus sociale per tutti, le prime mosse economiche del Governo Meloni

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Una moratoria di sei mesi per le bollette. Il bonus per i redditi scollegato dall’Isee. E aiuti per le giovani coppie sui mutui per la prima casa. Il primo decreto di Giorgia Meloni premier sarà un Dl Aiuti 4. E il governo è già al lavoro per definire il pacchetto di interventi per frenare i rincari. Con un occhio ai “gufi”, evocati dalla presidente del Consiglio nel primo discorso in Cdm. Dove se l’è presa con gli «uccelli del malaugurio». Ovvero i «tanti» che «si aspettano che falliamo».

PROROGHE. Tra le misure da prorogare nel dl lo sconto di 30 centesimi sulle accise della benzina in scadenza il 18 novembre; i crediti d’imposta per le imprese, energivore e non in scadenza il 30 novembre e, tra le altre, le garanzie statali rilasciate da Sace per i finanziamenti richiesti per il pagamento delle fatture energetiche.

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NO DISTACCHI AI MOROSI. E’ allo studio una moratoria di sei mesi per mettersi in regola con il pagamento delle bollette evitando così lo stop della forniture dopo 41 giorni di ritardo dalla scadenza del pagamento dovuto.

RAFFORZARE BONUS SOCIALE. Fra le novità del dl l’ipotesi di scollegare il bonus sociale dall’Isee, in quanto avrebbe ostacolato l’accesso al beneficio a riprova delle poche richieste rispetto ai fondi stanziati. Si passerebbe quindi ad un’erogazione automatica del bonus alla famiglie con reddito entro i 12mila euro e la possibilità di alzare la soglia a 15mila euro. Stop al bonus da 150 euro per i redditi fino a 20mila euro.

E nei confronti dei quali «dobbiamo essere una bella sorpresa, la dimostrazione di un altro modo di fare politica, con senso di responsabilità, serietà, spirito di squadra e soprattutto lealtà». Chissà se si riferisce all’opposizione o a qualcuno all’interno del centrodestra. Di certo se i 10 miliardi ereditati dal governo Draghi serviranno a confermare le detrazioni alle imprese e i bonus sociali oltre alle accise sui carburanti, ora è caccia alle risorse per fare qualcosa in più.

I distacchi per chi non paga

Un primo intervento è in programma per fermare i distacchi dei morosi delle bollette. Attualmente le aziende dell’energia hanno deciso un giro di vite nei confronti di chi non paga. Arrivando al taglio del servizio di erogazione di energia elettrica e gas a 41 giorni dalla scadenza della bolletta non pagata. Si tratta di un’operazione che non prevede più l’intervento del tecnico. Si gestisce direttamente dalla sede del distributore. Per questo il governo Meloni ha in animo di introdurre un meccanismo di moratoria che duri almeno sei mesi. Allo studio ci sono anche rateizzazioni più lunghe (oltre i 10 mesi già previsti). E un osservatorio di monitoraggio delle modifiche unilaterali dei contratti da parte delle aziende dell’energia. Un metodo nel frattempo finito sotto la lente dell’Antitrust. Il governo punta anche a cambiare il bonus sociale con un nuovo meccanismo. Che prevede di scollegarlo all’Isee, anche se c’è un progetto alternativo che prevede di portare la soglia da 12.500 euro a 15mila. L’idea, spiega oggi La Stampa, è quella di garantirlo ai redditi più bassi rendendo insieme automatico il contributo. E questo perché l’Isee oggi sta rappresentando un ostacolo alle richieste. Come dimostrano i fondi rimasti in cassa in questi mesi.

Quanto costa?

Ma quanto costerà il primo decreto? Secondo una stima della Cgia di Mestre per mitigare il caro energia il nuovo governo dovrebbe trovare entro il prossimo 31 dicembre almeno 35 miliardi di euro per dimezzare gli aumenti di costo in capo a famiglie e imprese previsti nel 2022. Perché il prossimo anno sarà necessario mettere in conto:

  • 8,5 miliardi di euro per indicizzare le pensioni;
  • 5 miliardi per il rinnovo del contratto del pubblico impiego;
  • 4,5 miliardi di euro per lo sconto contributivo del 2% a carico dei lavoratori dipendenti con reddito fino a 35 mila euro;
  • 2 miliardi di euro di spese indifferibili.

Queste spese andranno ad ingrossare il conto totale della Legge di Bilancio 2023. Ecco quindi che il fabbisogno per il primo decreto dovrà tenere conto delle spese da affrontare a dicembre. Per questo, anche se rimangono in piedi interventi come la pace fiscale per le cartelle esattoriali fino a 3500 euro, si va verso uno scostamento di bilancio. Chiesto anche dalla Confindustria.

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